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Lettori fissi

venerdì 30 aprile 2010

Lo scrittore Vincenzo Borriello ospite di Radio Saviano


L'Associazione Laboriosi.it - Uno Spazio Aperto ospita per il suo progetto "Diamo voce al silenzio" lo scrittore napoletano Vincenzo Borriello per presentare in diretta radio il suo libro "L'Uomo che amava dipingere" edito da Casa Editrice Aurea. Intervista: Emma Crimi. Per seguire l'intervista collegarsi con

www.radiosaviano.com

MARTEDI 4 MAGGIO 2010 - ORE 10:30

giovedì 29 aprile 2010

1° Giornata nazionale CONTRO L'EDITORIA A PAGAMENTO


Una manifestazione virtuale contro l'editoria a pagamento. Questa è l'interessante iniziativa lanciata dai ragazzi del sito writers dream. In questa giornata sui vostri profili, sui vostri blog, sui vostri siti pubblicate articoli, frasi e contributi CONTRO L'EDITORIA A PAGAMENTO.
L'obiettivo? Raggiungere e INFORMARE quante più persone possibili.

martedì 27 aprile 2010

Video:Napoli, il ladro svaligia il negozio di notte Proprietario mette filmato su YouTube

Omicidi in famiglia.I limiti della legge sullo stalking


Il criminologo Vincenzo Mastronardi, di cui tempo fa lessi un interessante saggio sui terroristi, afferma:«in Italia si consuma un omicidio in famiglia in media ogni 2 giorni, 2 ore, 20 minuti e 41 secondi» Dati senz'altro allarmanti, ma che confermano cose che si conoscono da tempo; ossia che il maggior numero di omicidi è commesso all'interno delle mura domestiche in barba a chi si ostina a far ricadere, chi sa perchè, la colpa sugli extracomunitari.La strage di mantova non è l'ultimo episodio di moglie ( o ex) uccisa dal marito o convivente. Propio ieri, ad Udine, una donna napoletana è stata uccisa dal compagno. Stando a quanto afferma l'associazione degli avvocati matrimonialisti:
«Il movente è passionale nel 25,9% degli omicidi; seguono contrasti personali nel 21,8% dei casi, i disturbi psichici nel 16,15% dei casi, le liti per l'assegnazione della casa coniugale nel 15% dei casi, le ragioni economiche (assegni di mantenimento o restituzioni di somme) nell'8% dei casi. Si registra sempre di più un movente legato a fattori economici e soprattutto all'assegnazione della casa coniugale che oggi sta per diventare il vero "pomo della discordia", ancor di più di quello dell'affidamento e della gestione dei figli. Le nuove povertà prodotte dalla separazione e la lunghezza insopportabile dei processi sono altre ragioni che contribuiscono a determinare le stragi familiari. "Il trend - dice il presidente nazionale dell'associazione, Gian Ettore Gassani - è destinato ad aumentare in proporzione all'aumento di separazioni e divorzi.»
Ritengo però questi dati mal interpretati, nel senso che, tutti questi casi di omicidi, vadano inclusi, con un grado minore o maggiore a seconda dei casi, nella categoria di disturbi psico-passionali, che possono si essere influenzati ed accentuati da variabili come, contrasti personali, motivi economici ecc.Ma non sono queste le condizioni ultime che sfociano nell'omicidio della compagna. Quindi la determinate da tenere in considerazione è quella che ho definito psico-passionale.Vi è la tendenza,
in determinati individui, in casi del genere, vuoi anche per un retaggio cultuirale del passato; a considerare la donna come una propietà.Il divorzio, la separazione, che in questi casi spesso scaturiscono da una condotta violenta dell'uomo, è vista da queste persone come una vergogna, ed un affronto personale.Tutto ciò, che è visto come un fallimento personale, si trasforma in frustrazione.Patologicamente, questa frustrazione viene scaricata sulla compagna, vista come unica causa dei fallimenti dell'uomo,incapace di accettare il fatto che egli altro non è se non un falito. L'epilogo ultimo spesso è l'omicidio.Va detto che prima che si arrivi all'omicidio della donna, vi sono tantissimi segnali che andrebbero colti con maggior attenzione.L'omicisio è preceduto da una serie di violenze, che si protraggono anche per anni. Violenze psicologiche, verbali, oltre che fisiche.Il ministro Mara Carfagna, che giustamente voleva essere ricordata per qualcos'altro oltre ai calendari,ha varato,o chi per essa, la legge sullo stalking (il testo qui ). Ma il problema di fondo qual'è? Una misura del genere è incompleta a mio avviso e non impedisce al potenziale aggressore di commettere un omicidio.Nel momento in cui la, o il molestato,presenta la denuncia per stalking, un giudice dovrebbe essere in grado di disporre un'obbligatoria perizia psicologica e/o psichiatrica per determinare se il molestatore sia una persona che possa diventare, nel tempo un assassino, e determinare se e come vada curato. Il carcere non è detto che risolva il problema,e non impedisce ad uno psicolabile di consumare la sua vendetta dopo aver espiato la pena detentiva.Senza tali perizie il rischio è quello di avere un assassino in piu ed una donna morta in più

Vincenzo Borriello

lunedì 26 aprile 2010

Rosarno: immigrati sfruttati da 'caporali', arresti


Rosarno: immigrati sfruttati da 'caporali', arresti
Indagini cominciate con la rivolta di gennaio

La rivolta di gennaio a Rosarno
ROSARNO (REGGIO CALABRIA) - E' in corso a Rosarno un'operazione, denominata Migrantes, per l'esecuzione di 31 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere, violazione della legge sul lavoro e truffe nel settore dell'agricoltura.All'operazione stanno partecipando agenti della squadra mobile di Reggio Calabria, carabinieri e militari della guardia di finanza. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del tribunale di Palmi che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica.Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio scorso, quando a Rosarno si verificò la rivolta degli extracomunitari impegnati nella raccolta degli agrumi. Gli investigatori hanno individuato una presunta organizzazione che si occupava di reclutare e sfruttare i lavoratori stranieri impiegati nel settore dell'agricoltura. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono sia italiani che extracomunitari.

IN UN DOSSIER STORIA MIGRANTI E LORO SFRUTTAMENTO
Le condizioni di vita e di lavoro, i tentativi di estorsione e lo sfruttamento degli immigrati di Rosarno sono raccontate in un dossier 'Arance insanguinate - Dossier Rosarno' realizzato dall'Associazione Onlus daSud e da Stopndrangheta.it. Il dossier - curato da Danilo Chirico e Alessio Magro - ricostruisce l'inferno di Rosarno dai primi articoli apparsi nel 2006 fino ai drammatici fatti del gennaio 2010, passando in rassegna reportage e documenti ufficiali che inchiodano ciascuno alle proprie responsabilità. I fatti vengono ricostruiti attraverso una raccolta di analisi, articoli, testi, fotografie sui fatti di Rosarno, disponibile anche in versione telematica su www.stopndrangheta.it. Tra il materiale raccolto ci sono anche testimonianze sulle proteste antirazziste di associazioni e movimenti (il manifesto "Troppa (in)tolleranza e nessun diritto", il "No-mafia day"), la reazione del teatro italiano ("Nei ghetti d'Italia questo non è un Uomo"), l'apporto del mondo culturale (i libri di Antonello Mangano e Carlo Rovelli) e universitario (il manifesto antirazzista dell'Università della Calabria). Non è stata tralasciata l'esistenza di una Rosarno coraggiosa e civile, con molte testimonianze dell' ex sindaco ed ex deputato del Pci Peppino Lavorato.

SEQUESTRATI BENI PER 10 MILIONI DI EURO - Venti aziende e duecento terreni, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, sono stati sequestrati nel corso dell'operazione.

Nel corso delle indagini gli investigatori hanno compiuto accertamenti patrimoniali nei confronti degli indagati ed hanno potuto ricostruire la quantità di beni mobili ed immobili ritenuti frutto di illecito arricchimento e, soprattutto, funzionale alla realizzazione delle condizioni di impiego di manodopera in nero. Sono state scoperte anche numerose presunte truffe compiute nei confronti degli enti previdenziali.

SFRUTTAMENTO LAVORO PROVOCO' RIVOLTA IMMIGRATI - Lo sfruttamento e le condizioni inique in cui erano costretti a lavorare fu alla base della rivolta degli immigrati avvenuta nei mesi scorsi a Rosarno. E' quanto emerso dalle indagini che hanno portato stamani ad una operazione della squadra mobile, dei carabinieri e dei finanzieri contro il fenomeno del caporalato. Gli investigatori hanno accertato che alla base delle proteste e degli episodi di violenza vi erano le condizioni di assoluta subordinazione in cui versavano gli immigrati finiti nelle mani di persone che li costringevano a lavorare in condizioni inique. Gli immigrati, inoltre, avrebbero subito anche ripetute minacce. I lavoratori extracomunitari erano costretti, infatti, a lavorare mediamente dalle 12 alle 14 ore al giorno ricevendo un compenso di una decina di euro. Gli extracomunitari che si ribellavano subivano ritorsioni e minacce. La rivolta di Rosarno, infatti, fu determinata proprio dal ferimento a colpi d'arma da fuoco di due lavoratori extracomunitari.

Fonte

sabato 24 aprile 2010

Netturbini bucano gomme e danneggiano auto.Il video


Netturbini bucano gomme e danneggiano auto a Roma. è possibile vedere il video clikkando qui
Q37CCPQKPZMK 




Teheran: mano Usa dietro arresti Milano


(ANSA) - ROMA, 24 APR - Teheran ribadisce l'innocenza dei due cittadini iraniani arrestati a Milano e punta il dito contro gli Stati Uniti.Le accuse contro i due iraniani,arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul traffico d'armi,'sono senza fondamento',ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano. Per Teheran, inoltre, Washington sarebbe intenzionata a compromettere le relazioni Italia-Iran. Teheran - ha aggiunto il portavoce - ha sempre tenuto relazioni amichevoli con l'Italia.

venerdì 23 aprile 2010

Bossi a Berlusconi:Caccia Fini o ti lascio solo.Il ricatto della lega


La recente diatriba (ma sarebbe più corretto chiamare scontro) tra Berlusconi e Fini, ha fatto si che Bossi venisse allo scoperto mostrando chi davvero comanda nel governo. La dichiarazioni del leader legista sono state forti: «Governo verso il crollo, Fini è un gattopardo da sbattere fuori!» dichiarazioni che assumono i toni del ricatto se considerate insieme ad altre parole dette da Bossi: «Siamo davanti ad un crollo verticale del governo e probabilmente della fine di un'alleanza, quella tra il Pdl e Lega.» Il messaggio dell’”imperatore padano”, è chiaro: o Berlusconi caccia Fini oppure saltano gli accordi sulla riforma della giustizia, tanto cara al premier. Non è difficile ipotizzare che il litigio di ieri (22 aprile) fosse stato premeditato da Berlusconi per mettere il presidente della camera con le spalle al muro, forte anche del fatto che molti esponenti dell’ex AN pare siano orientati a restare nel PDL. Il piano è quello di isolare Fini le cui aperture verso gli immigrati non sono viste di buon occhio né dalla lega, come è ovvio, ma nemmeno da quella parte di ex AN che non dimentica le sue radici destroidi, nell’accezione più negativa del termine. Se a tutto ciò aggiungiamo le perplessità, per usare un eufemismo, del presidente della camera sulle proposte di riforma della giustizia al varo di Alfano, con l’occulta (ma non tanto occulta) regia di Ghedini, risulta chiaro che Fini non sia più gradito all’interno del PDL. Sul versante PD intanto Bersani si aspetta un’ulteriore paralisi nell’azione del governo, che ovviamente danneggerà il nostro paese. C’è da chiedersi, alla luce di quanto accade nel PDL, se il PD è pronto ad affrontare eventuali elezioni anticipate. Stando ai recenti risultati politici, forse il ritorno al voto non sarebbe auspicabile, per Bersani e & company. Quello che emerge, è che in Italia il bipolarismo si è rivelato una chimera. L’idea di due soli grandi partiti a contendersi lo scettro è fallita prima ancora di nascere. A dimostrarlo le continue spaccature sia a destra che a sinistra. Il voler importare un modello bipolare sulla falsariga, di quello americano (escludendo ovviamente la struttura federalista degli USA ed il sistema presidenziale ), estraneo alla cultura politica italiana, che da sempresi è distinta per l’eterogeneità della sua scena politica, si è dimostrato un buco nell’acqua, non risolvendo quei problemi di stabilità di governo che con il bipolarismo, ci si era illusi di superare.

Vincenzo Borriello

giovedì 22 aprile 2010

La giustizia (sportiva) non è uguale per tutti: Le incoerenze del CASMS

La recente decisione del giudice sportivo Tosel di punire con un’ammenda di 40.000, euro le società di Roma e Lazio a seguito dei gravi episodi di violenza verificatisi all’interno dello stadio Olimpico ed al suo esterno, dove si è sfiorata la tragedia (3 persone accoltellate, di cui uno alla gola ed una donna con due bambini tratti in salvo dall’auto in fiamme) ha il sapore della beffa, della presa in giro. Episodi ben meno gravi, in passato, anche recentissimo, sono stati puniti dallo stesso giudice con squalifiche del campo. Misure queste che non sono mai state adottate contro la tifoseria giallorosa che spesso si macchia di atti violenti. C’è da chiedersi perché gli organi di giustizia sportiva sono indulgenti con alcuni e severi fino all’esasperazione con altri. Ancora più grave, perché esula dalle competenze della giustizia sportiva, l’operato del CASMS Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, presieduto oggi dal ministro degli interni Maroni. Il CASMS ha, o avrebbe, lo scopo di impedire che si verifichino condizioni di potenziali incidenti tra opposte tifoserie. Una di queste misure è vietare le trasferte dei tifosi per le partite considerate a rischio. Oggetto di tali provvedimenti sono stati in particolare i tifosi del Napoli, con i quali, più di tutti si è avuta la famosa tolleranza zero. Sebbene fatti oggettivi, (non mi riferisco al solo campionato in corso) hanno dimostrato che una parte della tifoseria romanista costituisce un costante pericolo per l’ordine pubblico, su quest’ultima il CASMS non ha mai preso provvedimenti concreti, cosa che invece ha fatto con altre tifoserie. Mi chiedo il perché di tale disparità di trattamento. Quali sono i reali interessi in gioco, se anche i mezzi d’informazione, tendono ad occultare notizie riguardanti incidenti che vedono protagonisti i supporter giallo-rossi, dedicando all’episodio (che poi episodico non è) un misero trafiletto in un angolo recondito delle pagine del loro giornale? Perché i media tendono, talvolta, anche ad ingrandire i problemi causati dai supporter del Napoli, sbattendo il”mostro” in prima pagina, ed a nascondere le malefatte dei romanisti? Quali sono i veri interessi che si nascondono dietro certe inspiegabili decisioni? Perché il CASMS, piuttosto che vietare le trasferte a laziali e romanisti, ha preferito dare il via libera a tutte le tifoserie di seguire la squadra del cuore anche per incontri considerati ad alto rischio fino a pochi giorni fa dallo stesso organo del Viminale ? Cosa c’è dietro questo strano intreccio tra organismi politici, giustizia sportiva ed una parte degli organi d’informazione? Domande queste, che meritano risposte

Vincenzo Borriello

video Scontro Fini Berlusconi

News Uomo spinge donna sotto il treno del metrò di Parigi: salva

mercoledì 21 aprile 2010

Lynn:al sud meno intelligenti del nord.Vi dimostro perchè la sua teoria è infondata

Vi sono alcuni studi che purtroppo risentono dell’ideologia dello studioso. Addirittura c’è chi invece di cercare delle risposte a delle domande, cerca delle domande alle sue risposte. È il caso del Dott. Richard Lynn, docente emerito di psicologia all'università dell'Ulster a Coleraine, in Irlanda del Nord. Qualche tempo fa, questo “simpatico” vecchietto ha pubblicato sulla rivista “Intelligence” un suo studio secondo il quale i meridionali sarebbero meno intelligenti dei settentrionali. Ciò spiegherebbe, secondo il buon vecchio Lynn, il perché il meridione è meno sviluppato del nord. Stando ai dati in possesso del Dott. Lynn, mentre nel nord Italia il quoziente intellettivo è pari a quello di altri paesi dell'Europa centrale e settentrionale, più si va verso sud più il coefficiente si abbassa. Le cause sarebbero da ricercare nella mescolanza genetica con popolazioni del Medio Oriente e del nord Africa. Mi viene da pensare: ma siamo sicuri che Mengele sia davvero morto? A parte le facili battute, vorrei analizzare i gravi errori di metodo di cui lo studio in questione abbonda. Innanzitutto i modelli teorici di cui Lynn si è servito sono al quanto antiquati (non a caso ho citato Mengele) oltre che falsi e quindi non scientifici. Mi mancano i dati sulla composizione del campione su cui ha condotto lo studio (ammesso esista un campione ) quindi non posso dire nulla per quanto riguarda l’effettiva rappresentatività di quest’ultimo. Voglio però porre l’accento su un aspetto che ritengo fondamentale per il rigore scientifico con cui questo studio andava condotto. Ammettiamo che effettivamente nel campione preso in esame risulti che le persone con un Quoziente intellettivo abbiano una maggiore presenza al nord che al sud, il Dottor Lynn ha evidentemente mancato di considerare i flussi migratori dal sud Italia verso nord. Tali flussi incidono anche sulle differenze socio economiche che si vengono a creare tra nord e sud. Negli anni 50, con il boom economico durante il quale l’Italia passo da paese a prevalenza agricola a paese fortemente industrializzato, moltissimi meridionali migrarono al nord per prestare la loro forza lavoro ad aziende come la Fiat e tante altre. Questi meridionali si sono stabiliti lì ed hanno messo su famiglia. I figli di questi immigrati sono quelli che oggi, stando sempre alle affermazioni di Lynn, hanno un QI maggiore rispetto ai meridionali, ma Lynn non considera, a torto e per gli errori di metodo già citati, come meridionali. Altro aspetto da considerare: è probabile che persone con un livello d’istruzione medio alto siano costrette ad emigrare verso nord trovare un lavoro coerente con i loro studi e competenze. Quindi, il campione di Lynn, evidentemente basato solo sulla collocazione geografica dei soggetti, erroneamente considera settentrionali persone che in realtà non lo sono. Nella considerazione di Lynn, secondo la quale il sud è meno sviluppato del nord, il caro dottore, dimentica di considerare importanti condizioni ambientali, due su tutte: decenni di mala politica e criminalità organizzata. Queste due spade di Damocle rappresentano un forte freno allo sviluppo sia sociale che economico del sud. Ciò comporta che le precedentemente citate persone con titolo di studio medio alto emigrano non avendo sbocchi lavorativi al sud, mentre le persone con bassa istruzione restano nel meridione perché comunque inadatte all’attuale mercato del lavoro. Resta lo sgomento per come un professore emerito commetta simili dilettantistici errori di metodo.

Vincenzo Borriello

sabato 17 aprile 2010

QUANDO IL GOVERNO INCITA ALL’OMERTA’


Il premier ha affermato: ”la mafia italiana è la sesta al mondo, ma è quella più conosciuta”. Se l’è presa con la fiction “La piovra” e con Saviano, autore di Gomorra, edito dalla sua Mondatori, colpevoli, a suo dire di pubblicizzare la Mafia, dimenticando evidentemente che Mediaset ha prodotto fiction del calibro de “Il capo dei capi”, “Ultimo” ed altre sul teme Mafia. Queste opere a suo dire, farebbero fare brutta figura all’Italia…queste opere, non certi festini di cui si è parlato tanto qualche mese fa…ed è ancora Saviano a far fare brutta figura all’Italia con il suo Gomorra, non la sponsorizzazione di Berlusconi per un ruolo di Kapò in un film per il deputato dello SPD, Shulz. Il premier cade in contraddizione poi, quando spiattella cifre sulle migliaia di beni sequestrati alla malavita organizzata, il numero degli arrestati affiliati ai clan…seguendo il suo ragionamento, questo non è pubblicizzare la Mafia? Affermare che sono stati sottratti oltre 10 miliardi ai clan malavitosi, non è pubblicizzare il crimine organizzato? Berlusconi dovrebbe sapere che il non parlare di Mafia, il non denunciare la sua esistenza ha un nome preciso: omertà. È proprio sull’omertà che la mafia ha costruito la sua forza. Caro primo ministro, il non parlare di una cosa, non la fa sparire come per magia. A sentir parlare i membri del governo, sembra cha siano loro a fare indagini che durano anni, non i magistrati, e sembra che siano sempre loro a fare i blitz per arrestare i latitanti, non la polizia. Ma così non è. Nella lotta alla Mafia hanno un ruolo fondamentale chi indaga, chi denuncia non chi dopo un arresto va davanti alle telecamere a prendersi il merito. All’estero ci chiamavano mafiosi e delinquenti molto prima di Gomorra, perché eravamo immigrati, stranieri in terra straniera e se la mafia era un fenomeno italiano, tutti gli italiani immigrati erano mafiosi, cosi come oggi, per tanti Italiani, gli immigrati sono delinquenti. Continuiamo ad non imparare nulla dal passato, dalla nostra storia. Se la mafia italiana è la più conosciuta all’estero questo è solo un bene, perché per sconfiggere un nemico, bisogna conoscerlo a fondo. Chi sceglie il silenzio è dalla parte della Mafia.

Vincenzo Borriello

venerdì 16 aprile 2010

La truffa del pacco


Si è soliti dire che i napoletani conoscano l’arte di arrangiarsi, e probabilmente è vero. Questo non vuol dire che i napoletani si “arrangino” con metodi illegali, salvo qualcuno. C’è un fenomeno tutto napoletano che, oseremmo dire, sfiora il folkloristico : la truffa del “ pacco “. Una truffa cha ha ispirato addirittura il mondo del cinema, tanto è vero che il regista Nanni Loy ne ha preso spunto per girare il film “ Pacco ,doppio pacco e contropaccotto” . Il film, ambientato nella Napoli degli anni 90, racconta, in chiave comica, attraverso una serie di episodi, le vicissitudini di veri e propri maghi della truffa e dei loro truffati. Peccato che nella realtà il sistema del “pacco” non sia così comico come nel film di Nanni Loy. Ma in cosa consiste questa truffa del pacco? Iniziamo con il dire che la sua ideazione nasce verso i primi anni 80 a Napoli. In quegli anni nel capoluogo campano era fervente l’attività delle vendite di sigarette di contrabbando. Un attività che procurava il sostentamento a centinaia di famiglie napoletane. Non era difficile imbattersi, passeggiando per la città, in bancarelle dove era possibile acquistare queste sigarette. E pare che il primo tipo di pacco sia stato quello di un pezzo di polistirolo con chiodi per bilanciarne il peso, confezionato come una comune stecca di sigarette, che come tali venivano vendute agli ignari acquirenti, la truffa comunque si è aggiornata con l’evolversi della tecnologia, infatti si è passati nel corso degli anni dalla vendita di video registratori e hi fi, passando per macchine fotografiche e videocamere fino ad arrivare ai giorni nostri con pc portatili, cellulari e lettori dvd. La truffa consiste in questo: si fa vedere ad un ignaro passante della merce e gli si propone un pezzo da vero affare. Se la contrattazione va a buon fine, l’ignaro compratore consegna il denaro al truffatore, il quale, con l’aiuto di un complice, sostituisce l’oggetto acquistato, che al momento della contrattazione è in tutto e per tutto un articolo vero, funzionante che addirittura viene fatto provare all’acquirente per dare prova della perfetta funzionalità ed integrità, con un pacco identico, almeno per quanto riguarda la confezione, solo che questa volta all’interno della scatola una volta a casa, la vittima troverà, mattoni, pacchi di sale o pezzi di legno. Pare addirittura che nella questura di Napoli, presso la sezione dei “falchi” ci sia un altarino, un piccolo museo del pacco, chiamiamolo così, dove ci sono raccolti i vari oggetti con cui i truffatori raggirano le vittime. Per quanto riguarda Napoli, la zona dove questa truffa si svolge più di frequente è quella della centralissima Piazza Garibaldi, un luogo di fondamentale interesse strategico in quanto essendo li sita la stazione centrale dei treni, vi è un continuo via vai di turisti che non conoscendo il trucco sono più facilmente ingannabili. Spesso però questi artisti della truffa vanno anche in trasferta in altre zone d’ Italia. È di qualche tempo fa la notizia dell’arresto di due napoletani che a Roma avevano tentato di vendere a due agenti di polizia un cellulare e una videocamera. I poliziotti accortisi del tentativo di truffa, hanno assecondato i due malviventi e una volta consegnato il denaro ed avvenuto lo scambio li hanno arrestati. Ancora meno fortunato un ventisettenne napoletano che in trasferta a Piacenza, stando a quanto riportato da Il Piacenza convince tre bosniaci a comprare un pc portatile al posto del quale avrebbe inserito dei pacchi di sale. Pare però che due dei tre bosniaci abbiano distratto il truffatore partenopeo ed il terzo avrebbe sottratto il portatile. Resosi conto di quanto accaduto, il truffatore truffato ha chiamato il 113, dicendo di essere un venditore ambulante. La volante della Polizia giunta sul posto, una volta rinvenuti i pacchi di sale nella borsa del napoletano, si è insospettita ed ha proceduto all'identificazione del presunto ambulante. Identificazione che ha portato a constatare i precedenti penali per truffa del giovane.

Vincenzo Borriello

giovedì 15 aprile 2010

Peeter Steele: Confermata la Morte


Dopo le prime voci della morte del frontman dei Type 0' Negative, circolate nella mattinata di oggi, è giunta la conferma del decesso di Peter Steele sopraggiunta a causa di un arresto cardicao lo scorso 14 aprile. In passato era stata annunciata la sua morte per pubblicizzare l'imminente uscita dell'album Dead Again, e si è sperato si trattasse ancora una volta di una trovata pubblicitaria. Forse Peter Steele non avrà venduto milioni di dischi come M. Jackson, ma brani come Black number one, Christian Woman e tanti altri resteranno nella memoria dei fans della band di Brooklyn

Studio album
1991 - Slow, Deep and Hard
1992 - The Origin of the Feces
1993 - Bloody Kisses
1996 - October Rust
1999 - World Coming Down
2003 - Life Is Killing Me
2007 - Dead Again


Peter Steele morto?


Gira voce che Peter Steele, cantante e bassista dei Type o' Negative, nonchè fondatore della band, sia morto all'età di 48 anni. La causa del decesso, che ripeto non è confermato, sarebbe un arresto cardiaco. Conoscendo l'humor nero della band,non è escluso che si tratti di uno scherzo...almeno è quello che spero

La fede come ideologia

Nelle religioni universali, l’ideologia che esse propongono è il messaggio del fondatore. La lealtà al fondatore e la fedeltà al suo messaggio sono sostanza di fede e motivi di credibilità. “ L’atto formale di fede costituisce l’accettazione esplicita del messaggio e la sottomissione razionale della mente: nel Cristianesimo l’amore a Dio e ai fratelli fino al sacrificio di se per imitazione di Cristo, nell’Islam la piena sottomissione della volontà a Dio, unico e misericordioso di cui Maometto è il profeta “. ( Introduzione allo studio della religione, A.A.V.V. 1992, p 146 )

La fedeltà al fondatore, e al messaggio, ha conseguenze contraddittorie. Non c’è religione riformata che nella sua storia, non abbia conosciuto scissioni e divisioni in nome della fedeltà al fondatore e dell’ortodossia dottrinale. Le guerre di religione sono nate così.“ La religione ha una funzione rilevante nei processi di legittimazione politica. Nella società contemporanea non è difficile rintracciare una casistica empiricamente rilevante circa la funzione centrale che la religione riveste nei processi di riconoscimento o di disconoscimento di un potere politico determinato “. ( Introduzione allo studio della religione, A.A.V.V., 1992, p 189 )

La fede può costituire una vera e propria base ideologica per realizzare un fine politico, tenendo sempre presente, come ho avuto più volte modo di sottolineare, che la fede non è una condizione necessaria e sufficiente per impugnare le armi e darsi alla lotta contro l’America e i suoi alleati, l’integralismo islamico, può in qualche misura essere paragonato al nazionalismo (che è una forma di ideologia), in quanto gli integralisti vedono gli islamici come quella che potremmo definire, una famiglia-nazione, legati quindi da un vincolo di sangue dove la fede religiosa è la discriminante ultima per essere membri della famiglia indipendentemente dai confini territoriali in cui si nasce e si vive. D’altro canto, anche nella laica America, nei discorsi di Bush è fatto un ampio uso ideologico di Dio. Stando a quanto pubblicato su La Repubblica del 7 ottobre 2001, il discorso del presidente che comunicava alla nazione l’inizio dei bombardamenti in Afghanistan concludeva cosi il suo discorso: “La battaglia è ora ingaggiata su molti fronti. Non tergiverseremo, non ci stancheremo, non vacilleremo e non falliremo. La pace e la libertà avranno la meglio. Grazie, che Dio benedica l'America.” Questo è solo uno dei tanti riferimenti fatti a Dio da Bush, e da altri esponenti politici americani, e non solo, perché anche tanti anchorman statunitensi, durante le loro trasmissioni (i cui editori come vedremo in seguito sono bene o male legati in qualche modo all’amministrazione Bush), telegiornali o talk show che siano, in un modo o nell’altro trovano il modo per infilarci la parola Dio quando si affrontano i temi come terrorismo e guerra. Questo perché a Dio, solitamente si associa una figura positiva, giusta e buona. Un’immagine decisamente funzionale non solo ai fini propagandistici ma anche ideologici, dando quella legittimazione necessaria all’operato del Bush o del Bin Laden di turno.