licence

Licenza Creative Commons
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

Lettori fissi

venerdì 30 luglio 2010

Paga per pregare: 25 sterline per vedere il papa rock star


C'era d'aspettarselo che prima o poi sarebbe successo. La figura del papa, che nel corso dei decenni, è diventata sempre più centrale rispetto persino al dio che dice di venerare, ha assunto sempre più il ruolo di star. Lo testimoniano le adunate oceaniche che si verificano in presenza del papa dove egli è posto al centro di esse, venerato, osannato dai fedeli cosi come farebbero un'orda di ragazzine quindicenni in piena tempesta ormonale ad un concerto dei Tokyo Hotel. Riempie gli stadi di gente disposta a fare chilomentri pur di ascoltarlo, vede la sua immagine proiettata su maxi schermi,muove denaro grazie alla vendita di souvenir, prenotazioni di posti letto, ristoranti invasi dai fedeli ecc. Poi la svolta, un esperimento che se dovesse andare a buon fine, potrebbe ripetersi. A settembre sua santità sarà in Gran Bretagna; i fedeli che vorranno assistere alla veglia di preghiera ad Hyde Park del 18 settembre dovranno pagare 10 sterline, e 25 sterline per assistere alla cerimonia di beatificazione del cardinale John Henry Newman, a Birmingham il giorno 19. Con 25 sterline si paga il biglietto per un cncerto di una band di successo...evidentemente il papa si sente una rock star, e chi sa quanto tempo passerà prima che comunci ad autografare bibbie e vangeli. La santa sede si è giustificata dicendo che il prezzo del biglietto serve come contributo agli organizzatori...mi chiedo cosa direbbe Fracesco d'Assisi di tutto questo, e scusate se ometto il "san", lui che si è spogliato delle sue ricchezze. Finalmente il motto della chiesa è chiaro a tutti: "Paga per pregare"

Vincenzo Borriello
(riportare il link in caso di riproduzione)

mercoledì 28 luglio 2010

Il Romanziere: L'uomo che amava dipingere eletto libro del mese di luglio


"L'uomo che amava dipingere" è stato eletto libro del mese di luglio 2010 su "Il Romanziere". Un sentito ringraziamento a tutti quelli che hanno reso possibile questo successo.

mercoledì 21 luglio 2010

Ragazze ad Ostia (scommettiamo che diventano famose?)

Scommettiamo che queste due diventano famose?

Ultimati i lavori del nuovo manoscritto "La donna che sussurrava agli specchi"

Annuncio, seppur con ritardo, di aver terminato di scrivere la mia nuova opera. La stesura si è conclusa da circa tre settimane. Il titolo (almeno provvisorio) è "La donna che sussurrava agli specchi". Nel frattempo sono già a lavoro su un nuovo libro, di cui sto scrivendo il capitolo IV. Si tratterà di un Thriller

lunedì 19 luglio 2010

Le zampe del clero anche sulla vita pubblica di un paesino


C'è da essere allibiti quando giungono certe notizie. La Sicilia è una terra difficile, un po' come molte regioni del sud. Le maggiori difficoltà sono per i giovani, che faticano a trovare una ragione per restare in quella terra che ben poco offre, sopratutto quando si parla di futuro. Tutto diventa ancora più difficile, quando ad ostacolare un'iniziativa fatta da giovani per i giovani è una piccola parrocchia, che forse, a discapito delle sue dimensioni, possiede un potere forte. Il giorno 22,23, 24 luglio a Castellana Sicula (alcamo), si sarebbe dovuto tenere un festival musicale, il Sikelian Hell festival. Un evento che avrebbe permesso di proporre qualcosa di nuovo in Sicilia, di attirare visitatori da gran parte del sud, e che avrebbe dato una iniezione di denaro alle attività commerciali della zona. Il festival è stato annullato a causa delle pressioni esercitate dalla chiesa locale sull'amministrazione comunale, evidentemente preoccupata della perdita di qualche voto. "Secondo gli organizzatori la Chiesa locale avrebbe organizzato una raccolta di firme e minacciato un corteo contro una manifestazione satanica. Nei giorni scorsi, a causa di queste pressioni, era stata depennata dalla scaletta del festival la band Necrodeath per il contenuto dei brani reputati anti cristiani." Ancora una volta la chiesa ha voluto rimarcare un'esclusiva appropiazione del territorio e la sua volontà di scandire lo svolgere della vita pubblica non solo con costose feste patronali e ricorrenze liturgiche varie, ma anche impedendo manifestazioni non gradite al clero. Premesso che, si è liberi di essere satanisti tanto quanto si è liberi di professare qualsiasi altro credo religioso, fermo restando il principio di non nuocere al prossimo, è ridicolo sventolare nel 2010 lo spauracchio del satanismo, retaggio del medioevo, con il quale la chiesa ha potuto liberarsi di personaggi scomodi ed impossessarsi di infinite ricchezze. L'annullamento del concerto ha causato agli organizzatori una perdita di 150.000,00 euro, una somma impossibile da recuperare, se questo significa creare sviluppo, siamo sulla cattiva strada. Vietare un festival di musica con la scusa del satanismo, è come vietare una messa con la scusa dei preti pedofili, ed ad ogni modo durante nessun concerto è mai stato violentato un bambino, si puo dire lo stesso delle chiese sparse per il mondo?


Vincenzo Borriello

(in caso di riproduzione si prega di riportare il link)

Vogliono usare le università per accentuare la stratificazione sociale


La strategia del PDl, intenta ad accentuare la struttura piramidale ed elitarista della società italiana, si va arricchendo di un altro tassello, che svela i piani, le intenzioni, che si celano dietro una parte del partito di Berlusconi (che solo formalmente, arrivati a questo punto, è anche di Fini). La strategia è quella degli "step": prima si è provveduto a rimbambire i giovani con programmi televisivi fornendo come modelli, aspirazione, il ruolo di velina, tronista, corteggiatrice, ed inquilini del gf. Azzerata qualsiasi velleità di produzione di pensiero critico, grazie anche alla trasformazione delle università in meri esamifici (quanti esami oggi sono sostenuti mettendo crocette su di un foglio, come se si trattasse dell'esame per la patente, a discapito di un confronto face to face con il docente?) si è passati allo step successivo. Il nuovo passo è quello rappresentato dalla proposta del deputato PDL Garagnani che afferma:
«il valore legale della laurea mette tutti i laureati sullo stesso piano, mortificando le qualità dei più bravi, ed è di ostacolo ad una 'concorrenza virtuosa' fra atenei, schiacciando verso il basso l'offerta formativa. "Diversamente da quel che accade in altri Paesi -spiega il parlamentare del centrodestra - in Italia la laurea non costituisce un semplice titolo accademico, ma un vero e proprio certificato pubblico , consentendo la partecipazione a concorsi o l'esercizio di determinate professioni". Una scelta che risale al 1933 e che è stata confermata dalla riforma universitaria del 2004».
Le affermazioni del
deputato Garagnani sono false. Il voto è una discriminante sufficiente ad identificare il valore di uno studente rispetto ad un altro. La verità è che una proposta del genere, mira da un lato a rilanciare le università private, dall'altra a formare una elite di studenti il cui comune denominatore non è l'effettiva preparazione, ma il ceto sociale di appartenenza. É chiaro che maggiore sarebbe il prestigio dell'università, più alta sarebbero le tasse e/o la retta da pagare per studiare in un certo ateneo. Se oggi una famiglia media fa fatica a mandare un figlio all'università, sopratutto fuori sede, come potrebbe permettersi di far studiare il figlio in un' università più costosa, perchè più prestigiosa? Se uno studente di Napoli, che vuol fare, per esempio giurisprudenza, è costretto ad andare a studiare a Milano, per avere un titolo più "vendibile" sul mercato del lavoro, nonostante a Napoli ci sia questa facoltà, non rappresenta forse un ostacolo ed una ingiustizia sociale nel momento in cui lo studente non dispone di adeguate risorse economiche per andare fuori sede e pagare di piu per la sua istruzione? Tutto questo in cosa si traduce?Si chiuderanno altre porte per i figli di famiglie con un reddito limitato, a vantaggio dei figli di chi dispone di importanti risorse economiche. Avremo così una nuova casta che impedirà l'accesso alle zone alte della piramide, accentuando ulteriormente la stratificazione sociale. Avremo cosi, giudici, avvocati, ingegneri, medici, ecc che rappresenteranno esclusivamente una ceto sociale alto, e che probabilmente, di questo ceto farà gli interessi. Tutto ciò, non perchè sono i piu bravi, ma perchè potevano permettersi un esborso economico maggiore per studiare.

Vincenzo Borriello
(In caso di riproduzione riportare il link)

mercoledì 14 luglio 2010

Uomini che uccidono donne


Negli ultimi giorni, sono stati numerosi i fatti di cronaca che hanno visto come vittime delle donne. Episodi di stalking, che sfociano anche nell’omicidio, vanno considerati, secondo me, come forme patologiche, quindi il fenomeno va analizzato più da una prospettiva psicologica che sociologica. Lo stalker, in fin dei conti è un narcisista estremo, ed il rifiuto, provoca in esso un profondo senso di rabbia. Sostanzialmente la donna per lo stalker (ma il discorso può essere fatto anche per donne stalker) è come uno specchio nel quale “deve” vedere riflessa la sua grandiosità, quando ciò non avviene più, a causa del rifiuto, scatta la reazione rabbiosa e depressiva che può spingersi fino all’omicidio - suicidio. Inutile stare qui a citare nello specifico le notizie degli efferati delitti comparsi sui giornali, li conosciamo tutti. C'è un aspetto però, da considerare: quanto, la diffusione della notizia può essere da stimolo, da incoraggiamento al potenziale assassino ad emulare le gesta di un uomo che si trova nella sua stessa condizione?

direi che la diffusione delle notizie di cronaca dove un uomo uccide una donna per motivi più o meno passionali, funga da input, a persone mentalmente disturbate, narcisiste, a commettere quello stesso reato di cui hanno parlato giornali e tv. Ovviamente sto parlando di casi estremi. La notizia, magari non fa altro che dare un'acelerata alle intenzioni omicide dell'assassino. Sarebbe comunque, un punto da approfondire


Vincenzo Borriello

(In caso di riproduzione riportare il link)

recensione l"uomo che amava dipingere su sololibri.it

L’arte, in ogni sua forma, è libertà, e non può un regime, di qualsiasi tipo esso sia e qualunque provvedimento, anche estremo, prenda contro di essa, ingabbiarla, limitarla, metterla a tacere. Si può imprigionare l’artista, torturarlo, perfino ucciderlo, e distruggere le sue opere, ma il suo pensiero e la sua anima vivranno per sempre in coloro che le hanno osservate, studiate, apprezzate, e che da esse trarranno ispirazione e coraggio per affrontare la loro vita in modo diverso, forse anche per lottare, per cambiare lo stato di cose. L’arte è libera, vaga, entra nei cuori e nelle anime. Questo, in sostanza, il bellissimo tema del breve libro in questione, neppure 60 pagine. Non è facilissimo da reperire, ma vale senz’altro la pena di procurarselo per poter apprezzare questo romanzo, che inserisce la situazione attuale di un Paese, l’Iran, purtroppo sempre sotto i riflettori dei media, e le riflessioni dei vari personaggi coinvolti, in una narrazione drammatica ma onirica, che nel finale prende piuttosto i contorni della favola moderna, lasciando aperta la porta alla speranza. La storia è quella di Yassir, giovane pittore iraniano, orfano di padre, che viene gettato in prigione per avere dipinto una donna nuda: per il regime non si tratta di arte, ma di pornografia. In cella Yassir conosce Omar, prigioniero ormai da tempo immemore per la sola "colpa" di essere omosessuale. Lo stupore per la crudeltà degli uomini e per i crimini che vengono perpetrati ogni giorno con la scusa della morale, della religione, della patria e della sua difesa, non dà pace a Yassir, uomo che non ha nemici e non giustifica in alcun modo la violenza, e a questo suo stato d’animo si mescola la comprensibile paura del suo destino ormai deciso senza possibilità di appello. Solo la pittura potrebbe dargli un conforto nell’angoscia dell’attesa, ma procurarsi tele e pennelli è quasi impossibile in una prigione come quella dov’è rinchiuso. Omar, però, partecipe dello stato d’animo e del dolore dell’amico, riesce a procurargli tre tele, i pennelli e i colori che gli servono. Per Yassir la possibilità di dare vita ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti è una vera e propria rinascita. Dipinge così tre quadri, ciascuno dei quali è per la sua anima una fuga dalla cella e un incontro, uno scambio di idee con una persona amica o mai conosciuta, che, con le sue parole, può aiutarlo a capire. Il primo quadro è una conversazione con un amico immolatosi da kamikaze, malgrado l’incomprensione e la disapprovazione dello stesso Yassir. Il secondo incontro è con un soldato americano che ha scoperto che la guerra è ben diversa dalla propaganda patriottica. Il terzo è dedicato ad una dolce e battagliera ragazza iraniana che gli mostra le rivolte scoppiate dopo il suo arresto. Yassir, nel dipingere, esplora sentimenti e punti di vista, presunti torti e presunte ragioni, arrivando sempre e comunque a sottolineare l’assurdità della guerra e di ogni tipo di fanatismo. Ma sarà con la quarta tela, procuratagli a sorpresa da Omar, che Yassir potrà riconciliarsi con sé stesso e con la sua storia personale. Il finale è una delicata sorpresa che non lascia in sospeso alcuna domanda tranne, purtroppo, quella che ciascuno di noi si fa riguardo alla follia del genere umano. Lo stile, che appare inizialmente un tantino schematico e affrettato, si arricchisce nel corso del racconto di belle riflessioni e descrizioni, catturando il lettore e rendendolo partecipe della storia.

Cristina Giuntini

É possibile leggere la recensione anche qui

giovedì 8 luglio 2010

Manganelli e gli infiltrati de l' Aquila


Ci risiamo con Manganelli. Il capo della polizia continua a vedere infiltrati dovunque, si direbbe che sia quasi un ossessione la sua, o semplicemente un modo comodo per giustificare le continue, reiterate violenze dei suoi uomini. Ormai la risposta del governo ai dissidenti è sempre la stessa, citando un dialogo di un noto film "Colpire per primi, colpire forte, senza pietà". Sono queste le risposte che il governo da, al di là di certe buffonate propagandistiche e favori vari alla famigerata "cricca" a gente disperata come gli Aquilani. Sarebbe ora che Manganelli si dimettesse, che se ne andasse in pensione, sarebbe un bene per tutti. Mi sono sempre chiesto come si arriva a ricoprire certi incarichi, così prestigiosi. Combini un guaio da una parte? No problem ti do un altro incarico, magari anche più prestigioso del precedente. Dubito che su certe poltrone ci si sieda sempre chi lo merita. A volte (o forse spesso) su di una poltrona ci si siede chi ha gli agganci migliori, chi è politicamente protetto. É così che generali, colonnelli, prefetti ecc, fanno carriera. É importante avere propri uomini in certe posizioni, pronti a pigiare il bottone giustoquando serve. Dicevo degli infiltrati che avrebbero scatenato la reazione violenta delle forze dell'ordine. Io di infiltrati ne ho sentito parlare molte volte, purtroppo spesso erano tra chi doveva garantire la sicurezza e la democrazia di questo paese...servizi segreti deviati, senatori condannati in appello per reati di mafia, ma che non si spiega come facciano a considerare una condanna di sette anni invece di nove, come un'assoluzione, e potrei andare avanti per ore con gli esempi. Ha ragione Manganelli, gli infiltrati ci sono, solo che lui li cerca dalla parte sbagliata.

Vincenzo Borriello
(in caso di riproduzione si prega di riportare il link)

sabato 3 luglio 2010

Una copia con autografo de "L'uomo che amava dipingere" direttamente a casa tua (A grande richiesta,si ripete l'iniziativa)

Per tutti quelli che volessero una copia del mio libro con autografo e dedica, possono prenotare una dal 3 luglio al 10 luglio al prezzo di 13 euro (spese di spedizione incluse). Scaduta la data del 18, dovrete pazientare che mi giungano le copie che dovrò firmare e successivamente spedirle. I metodi di pagamento sono i seguenti

BONIFICO BANCARIO (se scegliete il bonifico,volendoci qualchè giorno per accreditare il denaro, vi consiglio di non aspettare il 10 per farlo)

PAYPAL

RICARICA POSTE PAY (comunicare da quale ufficio postale è effettuata la ricarica e l'orario)

Nell'effettuare la prenotazione, ricordatevi di fornire il nome per la dedica, l'indirizzo dove spedire il libro.
In provato vi sarà fornito codice iban per il bonifico, numero poste pay, e indirizzo mail per paypal.

Buona lettura

giovedì 1 luglio 2010

Taricone


La morte è sempre un evento tragico, colpisce tutti, indistintamente dalle distinzioni di ceto sociale, religione, cultura. Ci sono morti che fanno più scalpore di altre, peggio ancora, ci sono morti che fanno più notizia di altre. Non è mia intenzione fare polemica, ma riflettere si. Riflettere su quanto sia ipocrita e bizzarro al tempo stesso il mondo dello spettacolo, della TV, pronto a buttarti via come una carta vecchia oppure ad osannarti dopo la morte. Ho scoperto, iprovvisamente che Pietro Taricone era una pietra miliare del piccolo schermo e del cinema; probabilmente neanche lui lo sapeva. Io no di certo, non lo sapevo fino a che non ho sentito le dichiarazioni di vari personaggi che si affannavano a rilasciare interviste a seguito della sua tragica fine. Quanti amici ed estimatori aveva Taricone, amici che sicuramente non immaginava di avere. Chi sa per quanti giorni ancora "amici" di vecchia data si affanneranno a rilasciare la loro testimonianza, coinquilini della casa del grande fratello (perfavore abbattetela), attoruncoli, pennivendoli, tutti in cerca, come avvoltoi di esposizione mediatica, di cui necessitano come l'ossigeno. Io personalmente, continuo a dubitare del peso, dell'apporto, che oggi, da più parti, ci si affanna ad attribuire al povero Taricone, nel mondo della tv e del cinema. Mi dispiace solo, che ci siano tanti patetici avvoltoi a svolazzare sulla salma di una persona, che seppur non ha dato nulla alla tv, al cinema, allo spettacolo, non merita di certo simile macabro sfruttamento.

Vincenzo Borriello
(In caso di riproduzione si prega di riportare il link)