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giovedì 15 aprile 2010

La fede come ideologia

Nelle religioni universali, l’ideologia che esse propongono è il messaggio del fondatore. La lealtà al fondatore e la fedeltà al suo messaggio sono sostanza di fede e motivi di credibilità. “ L’atto formale di fede costituisce l’accettazione esplicita del messaggio e la sottomissione razionale della mente: nel Cristianesimo l’amore a Dio e ai fratelli fino al sacrificio di se per imitazione di Cristo, nell’Islam la piena sottomissione della volontà a Dio, unico e misericordioso di cui Maometto è il profeta “. ( Introduzione allo studio della religione, A.A.V.V. 1992, p 146 )

La fedeltà al fondatore, e al messaggio, ha conseguenze contraddittorie. Non c’è religione riformata che nella sua storia, non abbia conosciuto scissioni e divisioni in nome della fedeltà al fondatore e dell’ortodossia dottrinale. Le guerre di religione sono nate così.“ La religione ha una funzione rilevante nei processi di legittimazione politica. Nella società contemporanea non è difficile rintracciare una casistica empiricamente rilevante circa la funzione centrale che la religione riveste nei processi di riconoscimento o di disconoscimento di un potere politico determinato “. ( Introduzione allo studio della religione, A.A.V.V., 1992, p 189 )

La fede può costituire una vera e propria base ideologica per realizzare un fine politico, tenendo sempre presente, come ho avuto più volte modo di sottolineare, che la fede non è una condizione necessaria e sufficiente per impugnare le armi e darsi alla lotta contro l’America e i suoi alleati, l’integralismo islamico, può in qualche misura essere paragonato al nazionalismo (che è una forma di ideologia), in quanto gli integralisti vedono gli islamici come quella che potremmo definire, una famiglia-nazione, legati quindi da un vincolo di sangue dove la fede religiosa è la discriminante ultima per essere membri della famiglia indipendentemente dai confini territoriali in cui si nasce e si vive. D’altro canto, anche nella laica America, nei discorsi di Bush è fatto un ampio uso ideologico di Dio. Stando a quanto pubblicato su La Repubblica del 7 ottobre 2001, il discorso del presidente che comunicava alla nazione l’inizio dei bombardamenti in Afghanistan concludeva cosi il suo discorso: “La battaglia è ora ingaggiata su molti fronti. Non tergiverseremo, non ci stancheremo, non vacilleremo e non falliremo. La pace e la libertà avranno la meglio. Grazie, che Dio benedica l'America.” Questo è solo uno dei tanti riferimenti fatti a Dio da Bush, e da altri esponenti politici americani, e non solo, perché anche tanti anchorman statunitensi, durante le loro trasmissioni (i cui editori come vedremo in seguito sono bene o male legati in qualche modo all’amministrazione Bush), telegiornali o talk show che siano, in un modo o nell’altro trovano il modo per infilarci la parola Dio quando si affrontano i temi come terrorismo e guerra. Questo perché a Dio, solitamente si associa una figura positiva, giusta e buona. Un’immagine decisamente funzionale non solo ai fini propagandistici ma anche ideologici, dando quella legittimazione necessaria all’operato del Bush o del Bin Laden di turno.

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