La recente diatriba (ma sarebbe più corretto chiamare scontro) tra Berlusconi e Fini, ha fatto si che Bossi venisse allo scoperto mostrando chi davvero comanda nel governo. La dichiarazioni del leader legista sono state forti: «Governo verso il crollo, Fini è un gattopardo da sbattere fuori!» dichiarazioni che assumono i toni del ricatto se considerate insieme ad altre parole dette da Bossi: «Siamo davanti ad un crollo verticale del governo e probabilmente della fine di un'alleanza, quella tra il Pdl e Lega.» Il messaggio dell’”imperatore padano”, è chiaro: o Berlusconi caccia Fini oppure saltano gli accordi sulla riforma della giustizia, tanto cara al premier. Non è difficile ipotizzare che il litigio di ieri (22 aprile) fosse stato premeditato da Berlusconi per mettere il presidente della camera con le spalle al muro, forte anche del fatto che molti esponenti dell’ex AN pare siano orientati a restare nel PDL. Il piano è quello di isolare Fini le cui aperture verso gli immigrati non sono viste di buon occhio né dalla lega, come è ovvio, ma nemmeno da quella parte di ex AN che non dimentica le sue radici destroidi, nell’accezione più negativa del termine. Se a tutto ciò aggiungiamo le perplessità, per usare un eufemismo, del presidente della camera sulle proposte di riforma della giustizia al varo di Alfano, con l’occulta (ma non tanto occulta) regia di Ghedini, risulta chiaro che Fini non sia più gradito all’interno del PDL. Sul versante PD intanto Bersani si aspetta un’ulteriore paralisi nell’azione del governo, che ovviamente danneggerà il nostro paese. C’è da chiedersi, alla luce di quanto accade nel PDL, se il PD è pronto ad affrontare eventuali elezioni anticipate. Stando ai recenti risultati politici, forse il ritorno al voto non sarebbe auspicabile, per Bersani e & company. Quello che emerge, è che in Italia il bipolarismo si è rivelato una chimera. L’idea di due soli grandi partiti a contendersi lo scettro è fallita prima ancora di nascere. A dimostrarlo le continue spaccature sia a destra che a sinistra. Il voler importare un modello bipolare sulla falsariga, di quello americano (escludendo ovviamente la struttura federalista degli USA ed il sistema presidenziale ), estraneo alla cultura politica italiana, che da sempresi è distinta per l’eterogeneità della sua scena politica, si è dimostrato un buco nell’acqua, non risolvendo quei problemi di stabilità di governo che con il bipolarismo, ci si era illusi di superare.
Benvenuti sul blog di Vincenzo Borriello, autore del romanzo "L'uomo che amava dipingere" (Casa editrice Aurea).Questo spazio non sarà dedicato solo alla promozione del mio libro,ma sarà uno spazio d'informazione con approfondimenti (o se preferite,articoli) su fatti di cronaca,attualità e società. Buona lettura DA OGGI IL BLOG è SU http://viborriello.wordpress.com
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venerdì 23 aprile 2010
Bossi a Berlusconi:Caccia Fini o ti lascio solo.Il ricatto della lega
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