Rosarno: immigrati sfruttati da 'caporali', arresti
Indagini cominciate con la rivolta di gennaio
La rivolta di gennaio a Rosarno
ROSARNO (REGGIO CALABRIA) - E' in corso a Rosarno un'operazione, denominata Migrantes, per l'esecuzione di 31 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere, violazione della legge sul lavoro e truffe nel settore dell'agricoltura.All'operazione stanno partecipando agenti della squadra mobile di Reggio Calabria, carabinieri e militari della guardia di finanza. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del tribunale di Palmi che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica.Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio scorso, quando a Rosarno si verificò la rivolta degli extracomunitari impegnati nella raccolta degli agrumi. Gli investigatori hanno individuato una presunta organizzazione che si occupava di reclutare e sfruttare i lavoratori stranieri impiegati nel settore dell'agricoltura. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono sia italiani che extracomunitari.
IN UN DOSSIER STORIA MIGRANTI E LORO SFRUTTAMENTO
Le condizioni di vita e di lavoro, i tentativi di estorsione e lo sfruttamento degli immigrati di Rosarno sono raccontate in un dossier 'Arance insanguinate - Dossier Rosarno' realizzato dall'Associazione Onlus daSud e da Stopndrangheta.it. Il dossier - curato da Danilo Chirico e Alessio Magro - ricostruisce l'inferno di Rosarno dai primi articoli apparsi nel 2006 fino ai drammatici fatti del gennaio 2010, passando in rassegna reportage e documenti ufficiali che inchiodano ciascuno alle proprie responsabilità. I fatti vengono ricostruiti attraverso una raccolta di analisi, articoli, testi, fotografie sui fatti di Rosarno, disponibile anche in versione telematica su www.stopndrangheta.it. Tra il materiale raccolto ci sono anche testimonianze sulle proteste antirazziste di associazioni e movimenti (il manifesto "Troppa (in)tolleranza e nessun diritto", il "No-mafia day"), la reazione del teatro italiano ("Nei ghetti d'Italia questo non è un Uomo"), l'apporto del mondo culturale (i libri di Antonello Mangano e Carlo Rovelli) e universitario (il manifesto antirazzista dell'Università della Calabria). Non è stata tralasciata l'esistenza di una Rosarno coraggiosa e civile, con molte testimonianze dell' ex sindaco ed ex deputato del Pci Peppino Lavorato.
SEQUESTRATI BENI PER 10 MILIONI DI EURO - Venti aziende e duecento terreni, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, sono stati sequestrati nel corso dell'operazione.
Nel corso delle indagini gli investigatori hanno compiuto accertamenti patrimoniali nei confronti degli indagati ed hanno potuto ricostruire la quantità di beni mobili ed immobili ritenuti frutto di illecito arricchimento e, soprattutto, funzionale alla realizzazione delle condizioni di impiego di manodopera in nero. Sono state scoperte anche numerose presunte truffe compiute nei confronti degli enti previdenziali.
SFRUTTAMENTO LAVORO PROVOCO' RIVOLTA IMMIGRATI - Lo sfruttamento e le condizioni inique in cui erano costretti a lavorare fu alla base della rivolta degli immigrati avvenuta nei mesi scorsi a Rosarno. E' quanto emerso dalle indagini che hanno portato stamani ad una operazione della squadra mobile, dei carabinieri e dei finanzieri contro il fenomeno del caporalato. Gli investigatori hanno accertato che alla base delle proteste e degli episodi di violenza vi erano le condizioni di assoluta subordinazione in cui versavano gli immigrati finiti nelle mani di persone che li costringevano a lavorare in condizioni inique. Gli immigrati, inoltre, avrebbero subito anche ripetute minacce. I lavoratori extracomunitari erano costretti, infatti, a lavorare mediamente dalle 12 alle 14 ore al giorno ricevendo un compenso di una decina di euro. Gli extracomunitari che si ribellavano subivano ritorsioni e minacce. La rivolta di Rosarno, infatti, fu determinata proprio dal ferimento a colpi d'arma da fuoco di due lavoratori extracomunitari.
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Indagini cominciate con la rivolta di gennaio
La rivolta di gennaio a Rosarno
ROSARNO (REGGIO CALABRIA) - E' in corso a Rosarno un'operazione, denominata Migrantes, per l'esecuzione di 31 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere, violazione della legge sul lavoro e truffe nel settore dell'agricoltura.All'operazione stanno partecipando agenti della squadra mobile di Reggio Calabria, carabinieri e militari della guardia di finanza. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del tribunale di Palmi che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica.Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio scorso, quando a Rosarno si verificò la rivolta degli extracomunitari impegnati nella raccolta degli agrumi. Gli investigatori hanno individuato una presunta organizzazione che si occupava di reclutare e sfruttare i lavoratori stranieri impiegati nel settore dell'agricoltura. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono sia italiani che extracomunitari.
IN UN DOSSIER STORIA MIGRANTI E LORO SFRUTTAMENTO
Le condizioni di vita e di lavoro, i tentativi di estorsione e lo sfruttamento degli immigrati di Rosarno sono raccontate in un dossier 'Arance insanguinate - Dossier Rosarno' realizzato dall'Associazione Onlus daSud e da Stopndrangheta.it. Il dossier - curato da Danilo Chirico e Alessio Magro - ricostruisce l'inferno di Rosarno dai primi articoli apparsi nel 2006 fino ai drammatici fatti del gennaio 2010, passando in rassegna reportage e documenti ufficiali che inchiodano ciascuno alle proprie responsabilità. I fatti vengono ricostruiti attraverso una raccolta di analisi, articoli, testi, fotografie sui fatti di Rosarno, disponibile anche in versione telematica su www.stopndrangheta.it. Tra il materiale raccolto ci sono anche testimonianze sulle proteste antirazziste di associazioni e movimenti (il manifesto "Troppa (in)tolleranza e nessun diritto", il "No-mafia day"), la reazione del teatro italiano ("Nei ghetti d'Italia questo non è un Uomo"), l'apporto del mondo culturale (i libri di Antonello Mangano e Carlo Rovelli) e universitario (il manifesto antirazzista dell'Università della Calabria). Non è stata tralasciata l'esistenza di una Rosarno coraggiosa e civile, con molte testimonianze dell' ex sindaco ed ex deputato del Pci Peppino Lavorato.
SEQUESTRATI BENI PER 10 MILIONI DI EURO - Venti aziende e duecento terreni, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, sono stati sequestrati nel corso dell'operazione.
Nel corso delle indagini gli investigatori hanno compiuto accertamenti patrimoniali nei confronti degli indagati ed hanno potuto ricostruire la quantità di beni mobili ed immobili ritenuti frutto di illecito arricchimento e, soprattutto, funzionale alla realizzazione delle condizioni di impiego di manodopera in nero. Sono state scoperte anche numerose presunte truffe compiute nei confronti degli enti previdenziali.
SFRUTTAMENTO LAVORO PROVOCO' RIVOLTA IMMIGRATI - Lo sfruttamento e le condizioni inique in cui erano costretti a lavorare fu alla base della rivolta degli immigrati avvenuta nei mesi scorsi a Rosarno. E' quanto emerso dalle indagini che hanno portato stamani ad una operazione della squadra mobile, dei carabinieri e dei finanzieri contro il fenomeno del caporalato. Gli investigatori hanno accertato che alla base delle proteste e degli episodi di violenza vi erano le condizioni di assoluta subordinazione in cui versavano gli immigrati finiti nelle mani di persone che li costringevano a lavorare in condizioni inique. Gli immigrati, inoltre, avrebbero subito anche ripetute minacce. I lavoratori extracomunitari erano costretti, infatti, a lavorare mediamente dalle 12 alle 14 ore al giorno ricevendo un compenso di una decina di euro. Gli extracomunitari che si ribellavano subivano ritorsioni e minacce. La rivolta di Rosarno, infatti, fu determinata proprio dal ferimento a colpi d'arma da fuoco di due lavoratori extracomunitari.
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