licence

Licenza Creative Commons
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

Lettori fissi

venerdì 16 aprile 2010

La truffa del pacco


Si è soliti dire che i napoletani conoscano l’arte di arrangiarsi, e probabilmente è vero. Questo non vuol dire che i napoletani si “arrangino” con metodi illegali, salvo qualcuno. C’è un fenomeno tutto napoletano che, oseremmo dire, sfiora il folkloristico : la truffa del “ pacco “. Una truffa cha ha ispirato addirittura il mondo del cinema, tanto è vero che il regista Nanni Loy ne ha preso spunto per girare il film “ Pacco ,doppio pacco e contropaccotto” . Il film, ambientato nella Napoli degli anni 90, racconta, in chiave comica, attraverso una serie di episodi, le vicissitudini di veri e propri maghi della truffa e dei loro truffati. Peccato che nella realtà il sistema del “pacco” non sia così comico come nel film di Nanni Loy. Ma in cosa consiste questa truffa del pacco? Iniziamo con il dire che la sua ideazione nasce verso i primi anni 80 a Napoli. In quegli anni nel capoluogo campano era fervente l’attività delle vendite di sigarette di contrabbando. Un attività che procurava il sostentamento a centinaia di famiglie napoletane. Non era difficile imbattersi, passeggiando per la città, in bancarelle dove era possibile acquistare queste sigarette. E pare che il primo tipo di pacco sia stato quello di un pezzo di polistirolo con chiodi per bilanciarne il peso, confezionato come una comune stecca di sigarette, che come tali venivano vendute agli ignari acquirenti, la truffa comunque si è aggiornata con l’evolversi della tecnologia, infatti si è passati nel corso degli anni dalla vendita di video registratori e hi fi, passando per macchine fotografiche e videocamere fino ad arrivare ai giorni nostri con pc portatili, cellulari e lettori dvd. La truffa consiste in questo: si fa vedere ad un ignaro passante della merce e gli si propone un pezzo da vero affare. Se la contrattazione va a buon fine, l’ignaro compratore consegna il denaro al truffatore, il quale, con l’aiuto di un complice, sostituisce l’oggetto acquistato, che al momento della contrattazione è in tutto e per tutto un articolo vero, funzionante che addirittura viene fatto provare all’acquirente per dare prova della perfetta funzionalità ed integrità, con un pacco identico, almeno per quanto riguarda la confezione, solo che questa volta all’interno della scatola una volta a casa, la vittima troverà, mattoni, pacchi di sale o pezzi di legno. Pare addirittura che nella questura di Napoli, presso la sezione dei “falchi” ci sia un altarino, un piccolo museo del pacco, chiamiamolo così, dove ci sono raccolti i vari oggetti con cui i truffatori raggirano le vittime. Per quanto riguarda Napoli, la zona dove questa truffa si svolge più di frequente è quella della centralissima Piazza Garibaldi, un luogo di fondamentale interesse strategico in quanto essendo li sita la stazione centrale dei treni, vi è un continuo via vai di turisti che non conoscendo il trucco sono più facilmente ingannabili. Spesso però questi artisti della truffa vanno anche in trasferta in altre zone d’ Italia. È di qualche tempo fa la notizia dell’arresto di due napoletani che a Roma avevano tentato di vendere a due agenti di polizia un cellulare e una videocamera. I poliziotti accortisi del tentativo di truffa, hanno assecondato i due malviventi e una volta consegnato il denaro ed avvenuto lo scambio li hanno arrestati. Ancora meno fortunato un ventisettenne napoletano che in trasferta a Piacenza, stando a quanto riportato da Il Piacenza convince tre bosniaci a comprare un pc portatile al posto del quale avrebbe inserito dei pacchi di sale. Pare però che due dei tre bosniaci abbiano distratto il truffatore partenopeo ed il terzo avrebbe sottratto il portatile. Resosi conto di quanto accaduto, il truffatore truffato ha chiamato il 113, dicendo di essere un venditore ambulante. La volante della Polizia giunta sul posto, una volta rinvenuti i pacchi di sale nella borsa del napoletano, si è insospettita ed ha proceduto all'identificazione del presunto ambulante. Identificazione che ha portato a constatare i precedenti penali per truffa del giovane.

Vincenzo Borriello

Nessun commento:

Posta un commento