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lunedì 10 maggio 2010

Attacchi a Saviano: il mandante è sempre lo stesso


Ci risiamo con gli attacchi a Saviano, il mandante è sempre lo stesso, inutile dire il nome;sapete tutti a chi mi riferisco, ma voglio darvi un indizio. Non si tratta di Francesco Schiavone, ne di un qualsiasi altro affiliato ai Casalesi. L'esecutore materiale? Emilio Fede. Si propio lui, colui che dirige l'organo di partit... pardon colui che dirige il TG4...ma guarda non volendo ho fatto lo stesso giochetto che ama fare Fede, ossia quello di dire una cosa, la cosa che è il messaggio principale che vuol far passare, e subito dopo, correggersi, quando però ormai il messaggio è ormai giunto chiaro è forte. Eccone un esempio recentissimo propio a proposito di Saviano «...ha scritto dei libri contro la camorra, ma lo ha fatto tanta altra gente, senza fare clamore, senza andare sulle prime pagine, senza rompere... scusate, volevo dire senza disturbare la riflessione della gente che ha capito bene...»
Ha ragione Fede quando dice che Saviano non ha scoperto la camorra, è verissimo, ma il problema di fondo è che c'è chi la camorra, la mafia, vuole occultarla. Da giornalista (peccato basti avere una tessera per definirsi tali) dovrebbe peroccuparsi di chi la camorra la occulta, non di chi la denuncia. Forse per capire a fondo il problema, bisognerebbe vivere certi contesti ed in certi contesti. Vedere le attività commerciali chiudere per non pagare il pizzo, essere minacciati di morte, vedere l'auto bruciare sotto casa, essere svegliati nel pieno della notte dal fragore di un'esplosione ed restare esterrefatti al mattino quando si scopre che quello scoppio così forte è avvenuto a diversi km di distanza...e ti chiedi come sia stato possibile aver avvertito quel botto, in maniera così nitida e cosi forte al punto tale da svegliarti. La camorra non la si può capire leggendo le notizie sul giornale stando in una comoda e lussuosa villa alla periferia chic di Milano. Eppure do ancora una volta ragione a Fede, quando dice che ci sono stati magistrati morti (sono anche loro toghe rosse?) per combattere la camorra e la mafia.Ecco perchè sarebbe interessante sapere cosa ha da dirci Ciancimino, ecco perchè fa rabbrividire la frase di Borsellino quando dice a sua moglie: «Forse saranno i mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.» É sempre una questione di "mandanti". Saviano non è un eroe, nessuno lo dice, Saviano è uno scrittore, ma in questo paese scrivere...scrivere liberamente...scrivere in modo critico, scrivere in modo non allineato all'attuale maggioranza di governo diventa ogni giorno che passa sempre più difficile; forse più difficile della lotta alla mafia. Un'ultima cosa, un mio pensiero personale sul giornalismo, o meglio sull'essere giornalisti. Per me, fare il giornalista non vuol dire leggere le notizie scritte su di un foglio davanti a delle telecamere, fare ciò è qualcosa di simile a quello che fa un'annunciatrice quando annuncia i programmi della serata. A leggere sono capaci tutti, ma fare il giornalista è ben altro ed avere una tessera dell'ordine dei giornalisti non basta.

Vincenzo Borriello

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