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Lettori fissi

mercoledì 5 maggio 2010

La libertà di stampa non è mai troppa


Ci sono affermazioni, che, a seconda di chi le dice, aumenta il grado di gravità. Un comune cittadino che afferma: «In Italia c'è fin troppa libertà di stampa», non è lo stesso se a dirlo è un uomo politico. Peggio, molto peggio, se a dirlo è il primo ministro della Repubblica DEMOCRATICA Italiana. Ci sono cose per cui il vecchio detto "Il troppo storpia" non può essere applicato; è il caso della libertà di stampa. Mi chiedo se ha fatto più male a Berlusconi frequentare Putin o se abbia fatto più male a Putin frequentare Berluconi. Chi ha influenzato chi? (quello che è certo è che i due sono molto amici, chi sa cosa hanno in comune...) Pare infatti, che a nessuno dei due piacciano i giornalisti che parlano troppo, e per parlare troppo intendo dire, scrivere cose scomode per i loro interessi (povera Politoskaia). Lasciamo perdere la Russia, che per il semplice fatto di dare diritto al voto, si definisce uno stato democratico e torniamo alla politica interna. Quando la propaganda, che attenzione è anche "legittima" durante le campagne elettorali, diventa una costante durante tutta la legislatura, allora viene meno la funzione del governo, perchè c'è una differenza tra il governare ed il propagandare. É l'azione di governo responsabile che permette ad un paese di funzionare, la propaganda serve solo ad ottenere consensi, ma i consensi servono al singolo. Cosa c'entra comparare il giudizio positivo dato dall'OCSE sulla protezione civile italiana con altri giudizi ben poco lusinghieri come nel caso della libertà di stampa? Trucchetti propagandistici! Si accosta una notizia positiva ad una negativa per sminuire quest'ultima e non a caso si parla prima della notizia positiva e poi di quella negativa, perchè è cosi che si ottiene più facilmente l'effetto desiderato. Non si governa un paese dicendo siamo i più bravi, i più belli, i più simpatici ecc. Dire "abbiamo fin troppa libertà di stampa" è come dire che abbiamo fin troppa democrazia. Sentire poi il leader di un partito che si chiama Popolo della Libertà, lamentarsi della libertà, o almeno della libertà altrui (perchè alla fine è questo il nocciolo della questione) suona quantomeno strano. Pregherei il premier di darci la sua difinizione della libertà, di modo che possiamo aggiornare i vari dizionari.

Vincenzo Borriello

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