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giovedì 8 luglio 2010

Manganelli e gli infiltrati de l' Aquila


Ci risiamo con Manganelli. Il capo della polizia continua a vedere infiltrati dovunque, si direbbe che sia quasi un ossessione la sua, o semplicemente un modo comodo per giustificare le continue, reiterate violenze dei suoi uomini. Ormai la risposta del governo ai dissidenti è sempre la stessa, citando un dialogo di un noto film "Colpire per primi, colpire forte, senza pietà". Sono queste le risposte che il governo da, al di là di certe buffonate propagandistiche e favori vari alla famigerata "cricca" a gente disperata come gli Aquilani. Sarebbe ora che Manganelli si dimettesse, che se ne andasse in pensione, sarebbe un bene per tutti. Mi sono sempre chiesto come si arriva a ricoprire certi incarichi, così prestigiosi. Combini un guaio da una parte? No problem ti do un altro incarico, magari anche più prestigioso del precedente. Dubito che su certe poltrone ci si sieda sempre chi lo merita. A volte (o forse spesso) su di una poltrona ci si siede chi ha gli agganci migliori, chi è politicamente protetto. É così che generali, colonnelli, prefetti ecc, fanno carriera. É importante avere propri uomini in certe posizioni, pronti a pigiare il bottone giustoquando serve. Dicevo degli infiltrati che avrebbero scatenato la reazione violenta delle forze dell'ordine. Io di infiltrati ne ho sentito parlare molte volte, purtroppo spesso erano tra chi doveva garantire la sicurezza e la democrazia di questo paese...servizi segreti deviati, senatori condannati in appello per reati di mafia, ma che non si spiega come facciano a considerare una condanna di sette anni invece di nove, come un'assoluzione, e potrei andare avanti per ore con gli esempi. Ha ragione Manganelli, gli infiltrati ci sono, solo che lui li cerca dalla parte sbagliata.

Vincenzo Borriello
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