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lunedì 24 maggio 2010

IN CAMPANIA MIGLIAIA DI FAMIGLIE ED IMPRESE SONO VITTIME DI USURAI


Stando a una recente ricerca commissionata dall’associazione contribuenti italiani, in Campania sono vittime dell’usura 145.000 famiglie e 185.000 imprese. Ma è utile alla comprensione del fenomeno comparare i dati della ricerca commissionata dall’Associazione contribuenti con i risultati di una ricerca ISTAT sui redditi nel nostro paese. Analizziamo prima i dati relativi alle vittime di usura distribuiti per regione: al primo posto la Sicilia con 238.000 famiglie e 266.000 imprese, seguita dalla Campania con 145.000 famiglie e 185.000 imprese, Puglia con 43.000 famiglie e 64.000 imprese, Calabria con 36.000 famiglie e 52.000 imprese, Basilicata con 12.000 famiglie e 13.000 imprese, chiude la classifica il Molise con 1.100 famiglie e 1.200 imprese. Adesso analizziamo i dati forniti dall’ ISTAT sulla distribuzione del reddito: la percentuale di popolazione a basso reddito nel Paese si attesta al 18,4%, sulla base di valori del 2006; l'incidenza risulta massima in Sicilia (41,2%), Campania (36,8%) e Calabria (36,4%). All'opposto, i valori meno elevati si registrano in Valle d'Aosta (6,8%) e nelle province autonome di Bolzano (6,6%) e Trento (3,8%). Ora tralasciando i tecnicismi, in quanto per una corretta comparazione andrebbero riportati in percentuale anche i dati relativi all’usura, è facile notare che vi è una corrispondenza tra basso reddito e ricorso agli usurai. Infatti non è un caso che in entrambe le classifiche troviamo ai primi due posti Sicilia e Campania, con una leggera differenza per la Calabria che nella ricerca sulle vittime dell’usura occupa il quarto posto, mentre nella ricerca sulla distribuzione del reddito occupa il terzo posto. Questo ci dice che l’attuale crisi economica aumenta il rischio che sempre più persone cadano nella rete degli strozzini, di cui gli alleati involontari sono le banche che, ancor di più oggi, sono restie alla elargizione di credito. Va comunque detto che l’errore di base è sempre di chi si rivolge all’usuraio di turno. Pensare di poter risolvere le proprie difficoltà finanziarie rivolgendosi a questi loschi figuri è un errore che, al di là di tutta la comprensione, non può essere giustificato, perché se un prestito da parte di un usuraio, li per li può sembrare l’unico modo per salvare per esempio la propria attività commerciale, in realtà ne decreterà la sua inesorabile fine. Ma chi è l’usuraio? Si è portati a credere che l’usuraio sia il delinquente comune, il camorrista, e certo è anche questo, ma spesso gli usurai possono essere persone insospettabili come commercianti, commercialisti, professionisti. Dicevamo dei camorristi, la camorra (o mafia) usa l’usura per fini diversi da quelli dei professionisti citati in precedenza. La camorra attraverso il prestito di denaro, non mira tanto alle pur considerevoli cifre ricavate dagli interessi. La riscossione dell’interesse usuraio per la camorra non è un fine, ma bensì un mezzo per il controllo e l’acquisizione di una determinata ditta. In questo modo l’usura diventa un modo per riciclare denaro sporco permettendo alla camorra di estendere il proprio controllo sul mondo economico . Questo controllo causa dei condizionamenti che trascendono dal rapporto vittima – usuraio, in quanto a risentirne è il sistema economico che ne risulta alterato nelle sue regole e dinamiche di funzionamento. Infatti essendo insostenibili i tassi di interesse per l’azienda vittima degli usurai, viene meno la condizione di parità ( regola fondamentale del mercato) fra questa ultima e le altre che operano sul mercato. Inoltre gli imprenditori sottoposti a condizionamenti criminali perdono la motivazione a investire e a rischiare, a scapito delle possibilità di sviluppo e di benessere per tutta la collettività. Questo ci fa capire ancora di più quanto il fenomeno dell’usura sia un problema sociale che in un modo o nell’altro, in maniera diretta o indiretta, investe tutti noi. Certamente questa è una delle cause, se non la causa, delle disparità economiche tra sud e nord Italia. Ma come difendersi dall’usura? Innanzitutto evitare di rivolgerci a chi ci offre prestiti con procedure rapide. Diffidare assolutamente se un dipendente della banca che ci ha rifiutato il prestito ci indica altre persone a cui rivolgerci. Episodi del genere vanno denunciati alle autorità competenti. La legge antiusura prevede una sanzione penale per chi, nell’esercizio di un’attività bancaria, indirizza un cliente verso un soggetto non abilitato all’attività finanziaria. Quando ci rivolgiamo a una finanziaria, assicuriamoci che sia abilitata ad esercitare il credito. C’è una legge che obbliga ad essere iscritti in un apposito elenco e questa condizione deve essere pubblicizzata. Quest’obbligo vale anche per chi esercita l’attività di mediazione o di consulenza finanziaria. Ma se si è gia caduti nella trappola dell’usura allora l’unico modo per uscirne è denunciare gli strozzini. L’usura è un reato che può essere efficacemente contrastato solo con la collaborazione di chi ne è vittima. Negli ultimi anni sono nate varie iniziative di solidarietà nei confronti di chi è vittima d’usura: le fondazioni antiusura nate su iniziativa del mondo religioso hanno costituito dei "fondi rischio" per garantire l’elargizione di prestiti a chi potrebbe ricorrere all’usura, l’associazionismo laico ha dato vita agli ambulatori antiusura che, avvalendosi dell’apporto volontario di professionisti , offrono solidarietà e consulenza professionale indirizzate a favorire il reinserimento degli usurati nell’economia e nella normale vita civile. Inoltre lo Stato ha istituito due fondi. Il Fondo di solidarietà attraverso il quale lo Stato offre un prestito, a tasso zero, da restituire in cinque anni, pari agli interessi usurai che sono stati pagati e, in alcuni particolari casi, aiuta a risanare l’ammanco per il mancato guadagno e il deprezzamento del valore dell’azienda di chi è stato vittima d’usura. Questa provvidenza può essere richiesta solo dalle vittime che svolgono un’attività economica. Poi c’è Il Fondo di prevenzione, attraverso il quale lo Stato offre dei finanziamenti alle fondazioni antiusura affinché, dopo una adeguata e approfondita valutazione, possano offrire una garanzia agli istituti di credito fino alla copertura dell’intero rischio. In conclusione sentiamo il dovere di ripetere ancora una volta che l’unico modo per uscire dall’inferno dell’usura è denunciare gli strozzini.


Vincenzo Borriello

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