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Lettori fissi

giovedì 20 maggio 2010

La liturgia" della retorica nazional guerrafondaia

Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio. Due nomi che oggi sono sulla bocca di tutti, ma che domani, come è successoo per tanti, troppi, prima di loro, saranno soltanto parte di dati statistici sulla perdite avute durante la missione militare in Afganistam o magari altre due nomi da inserire su quelle interminabili liste che si possono leggere sui monumenti ai caduti. Adesso è il momento della retorica, come sempre accade in questi casi. Picchetti d'onore, drappi tricolore, folle commosse, politici in prima fila. Tutti elementi tipici della "liturgia" della retorica nazional guerrafondaia. Inutile negaro, il copione è sempre lo stesso dove gli attori principali di questa farsa conoscono bene tutte le battute che da bravi protagonisti recitano a dovere; ed è solo per giustificare l'assurdità della morte di giovani vite che si tirano in ballo storielle come "Hanno scelto di vivere per gli altri", "sono morti per la democrazia e la libertà del popolo Afgano", "Sono morti per la patria". Non me ne vogliano i parenti delle vittime, ma alla base di certe scelte di vita c'è una sola motivazione: il lauto stipendio, il posto fisso. Non si spiegherebbe altrimenti perchè il più alto tributo di sangue in queste missioni militari, è pagato dal meridione d'Italia, dove la disoccupazione è più forte. Non è l'amore per la patria o un innato senso altruistico che ti porta ascegliere di arruolarti, ma solo l'istinto di sopravvivenza, la mancanza di opportunità, la mancanza di prospettive. Sento spesso l'on La Russa eloggiare, difendere i militari. Mi piacerebbe chiedere però all'On. La Russa se ha svolto il servizio militare, e ancora di più mi piacerebbe chiedergli perchè non ha scelto di fare la carriera nell'esercito, visto il suo amore per quest'ultimo. Mi chiedo un'altra cosa: perchè non c'è suo figlio in Afganistan, o magari in Irak...troppo pericoloso per lui?Non ama abbastanza la patria e la democrazia? Oppure, magari non ha bisogno di soldi? Bossi ha detto a proposito della missione in Afganistan, che ricordo dura dal 2001, e dove c'erano macerie, adesso ce ne sono il doppio, dove sono aumentati i morti tra i civili e ancora, dove le donne continuano ad andare in giro con il volto coperto, quando ad inizio della missione, qualcuno disse di andare li affinchè le donne potessero essere libere di girare con il volto scoperto; come se noi fossimo così stupidi da credere che si da il via ad una guarra, con quello che costa, per togliere il velo alle donne.Dicevo di Bossi: "Purtroppo è necessaria e da confermare. Il terrorismo se non lo sblocchi dove nasce, si espande".Inostri politici, dimostrano di non conoscere affatto certi fenomeni o peggio, fanno finta di non volerlo capire. Il terrorismo è principalmente una risposta all’occupazione straniera. Quello che sta emergendo in questi anni, a seguito della costante occupazione militare in Medio – oriente, da parte di truppe occidentali, è il formarsi di una nuova generazione di combattenti pronti a tutto pur di liberare le loro terre da quelli che da loro sono visti come invasori. Questo significa che i tentativi di eliminare la generazione attuale di terroristi, attraverso un massiccio intervento militare, o volendolo chiamare per quello che è, ossia una guerra sanguinosa, oltretutto illegittima, non solo non ha risolto il “problema, ma lo ha aggravato alimentando la rabbia, la voglia di vendetta, e perché no, la voglia di “giustizia”, da parte di nuove generazioni di combattenti che hanno visto le loro case distrutte dalle bombe, il loro popolo ridotto alla fame, fratelli, genitori, figli, amici uccisi dalle “democratiche bombe”. La strategia statunitense per sconfiggere il terrorismo, ha ottenuto l’effetto contrario, il suo moltiplicarsi. “ I cinque paesi musulmani che hanno la maggiore popolazione fondamentalista, ma dove gli Stati Uniti non sono presenti con il loro esercito, hanno fornito al Al Qaeda un terrorista ogni 71 milioni di abitanti; i paesi del Golfo Persico, invece, dove le forze militari americane sono presenti,hanno fornito ad Al Qaeda un terrorista ogni milione di abitanti, cioè 70 volte in più. La presenza di decine di migliaia di soldati americani nella penisola arabica dal 1990 al 2001, ha reso gli attentati suicidi di Al Qaeda contro gli americani, incluso l’ 11/9, da cinque a venti volte più probabili; quindi, più le truppe americane resteranno in Iraq, e nel Golfo Persico in generale, maggiore sarà il rischio di un altro 11/9”. (Pape, Morire per vincere, 2007, p 301)È un dato di fatto che c’è stato un incremento degli attacchi suicidi in seguito alle occupazioni militari dell’ Afghanistan prima, e dell’Iraq dopo. In particolare per questo ultimo “ La resistenza all’occupazione americana è cresciuta in modo costante dall’aprile 2003 fino ad oggi. Gli Stai Uniti uccidono una media di 2.000 ribelli ogni mese, ma il numero degli insorti è aumentato da circa 5.000 combattenti nell’aprile del 2003 a 18.000 nel gennaio del 2005. La stragrande maggioranza di questi insorti è costituita da iracheni e il loro numero è andato crescendo assieme al favore popolare per il ritiro americano. Il terrorismo suicida è stato inoltre, l’arma più utilizzata. Prima dell’aprile 2003, l’Iraq non aveva mai conosciuto un solo attentato suicida nella sua storia. Da allora in poi, la traiettoria è stata ascendente: 20 attentati suicida nel 2003, oltre 50 nel 2004”. (Pape , Morire per vincere, 2007, pp 304, 305) Quanto detto fino ad ora mi legittima ad affermare che esiste una correlazione tra la presenza militare occidentale nei paesi arabi e gli attentati terroristici

Vincenzo Borriello
(in caso di riproduzione aggiungere il link)

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