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lunedì 19 luglio 2010

Vogliono usare le università per accentuare la stratificazione sociale


La strategia del PDl, intenta ad accentuare la struttura piramidale ed elitarista della società italiana, si va arricchendo di un altro tassello, che svela i piani, le intenzioni, che si celano dietro una parte del partito di Berlusconi (che solo formalmente, arrivati a questo punto, è anche di Fini). La strategia è quella degli "step": prima si è provveduto a rimbambire i giovani con programmi televisivi fornendo come modelli, aspirazione, il ruolo di velina, tronista, corteggiatrice, ed inquilini del gf. Azzerata qualsiasi velleità di produzione di pensiero critico, grazie anche alla trasformazione delle università in meri esamifici (quanti esami oggi sono sostenuti mettendo crocette su di un foglio, come se si trattasse dell'esame per la patente, a discapito di un confronto face to face con il docente?) si è passati allo step successivo. Il nuovo passo è quello rappresentato dalla proposta del deputato PDL Garagnani che afferma:
«il valore legale della laurea mette tutti i laureati sullo stesso piano, mortificando le qualità dei più bravi, ed è di ostacolo ad una 'concorrenza virtuosa' fra atenei, schiacciando verso il basso l'offerta formativa. "Diversamente da quel che accade in altri Paesi -spiega il parlamentare del centrodestra - in Italia la laurea non costituisce un semplice titolo accademico, ma un vero e proprio certificato pubblico , consentendo la partecipazione a concorsi o l'esercizio di determinate professioni". Una scelta che risale al 1933 e che è stata confermata dalla riforma universitaria del 2004».
Le affermazioni del
deputato Garagnani sono false. Il voto è una discriminante sufficiente ad identificare il valore di uno studente rispetto ad un altro. La verità è che una proposta del genere, mira da un lato a rilanciare le università private, dall'altra a formare una elite di studenti il cui comune denominatore non è l'effettiva preparazione, ma il ceto sociale di appartenenza. É chiaro che maggiore sarebbe il prestigio dell'università, più alta sarebbero le tasse e/o la retta da pagare per studiare in un certo ateneo. Se oggi una famiglia media fa fatica a mandare un figlio all'università, sopratutto fuori sede, come potrebbe permettersi di far studiare il figlio in un' università più costosa, perchè più prestigiosa? Se uno studente di Napoli, che vuol fare, per esempio giurisprudenza, è costretto ad andare a studiare a Milano, per avere un titolo più "vendibile" sul mercato del lavoro, nonostante a Napoli ci sia questa facoltà, non rappresenta forse un ostacolo ed una ingiustizia sociale nel momento in cui lo studente non dispone di adeguate risorse economiche per andare fuori sede e pagare di piu per la sua istruzione? Tutto questo in cosa si traduce?Si chiuderanno altre porte per i figli di famiglie con un reddito limitato, a vantaggio dei figli di chi dispone di importanti risorse economiche. Avremo così una nuova casta che impedirà l'accesso alle zone alte della piramide, accentuando ulteriormente la stratificazione sociale. Avremo cosi, giudici, avvocati, ingegneri, medici, ecc che rappresenteranno esclusivamente una ceto sociale alto, e che probabilmente, di questo ceto farà gli interessi. Tutto ciò, non perchè sono i piu bravi, ma perchè potevano permettersi un esborso economico maggiore per studiare.

Vincenzo Borriello
(In caso di riproduzione riportare il link)

2 commenti:

  1. Ecco un interessante elemento da aggiungere ai miei sospetti. Sarà un caso, ma dopo la proposta di Garagnani, Berlusconi è andato a "far visita" ad un ateneo privato L'E campus di Novredate, lascio il link per approfondimenti

    http://www.repubblica.it/politica/2010/07/19/news/bindi_ragazza-5677046/?ref=HRER2-1

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  2. http://www.facebook.com/note.php?note_id=125362537508042

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