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Lettori fissi

domenica 20 giugno 2010

Fiat di Pomigliano, un esperimento sociale


Le condizioni di lavoro imposte dalla Fiat, ed illustrate agli operai di pomigliano d'Arco Marchionne, sono qualcosa di più di una semplice contrattazione. Ci troviamo di fronte ad un eperimento sociale, il cui scopo è la verifica di quanto gli industriali (non solo la Fiat), alla luce dell'attuale situazione economica, possano spostare l'ago della bilancia della forza contrattuale a propio favore. Il crescente aumento "dell'esercito dei disoccupati" rende i lavoratori ricattabili, come non lo erano da tempo. Per certi versi, sembra essere ritornati alla metà dell'800. La delocalizzazione della produzione è diventata l'arma di ricatto delle grandi industrie, cui dell'italia sembrano interessare solo gli incentivi statali, per poi, incoerentemente invocare, santificare, il liberismo "smithiano". Il dictat di Marchionne, secondo cui, o si lavora alle condizioni della Fiat o la panda la si produce in Polonia è indice della spropositata forza contrattuale concentrata nelle mani dell'azienda torinese. É per questo che è sbagliato chiamare referendum quello che si terrà martedi, dove i lavoratori saranno chiamati a scegliere se accettare o meno la proposta della Fiat. É sbagliato chiamarlo referendum, perchè la scelta non c'è ed in questo senso, il messaggio è stato chiaro. Gli operai sono stati messi in una condizione tale da essere davanti a due uniche soluzioni: accettare le imposizioni di Marchionne, o perdere il lavoro. Questo gli operai, così come i sindacati lo sanno bene ed hanno capito di non avere nessuna scelta, (fatta eccezione della FIOM.) è per questo che martedi la Fiat trionferà. Quel giorno, i cui risultati referendari pro fiat saranno inevitabili, si apriranno nuovi inquietanti scenari per il mondo del lavoro, perchè l'esperimento sociale si rivelerà riuscito. Gli industriali torneranno a godere di un potere che credevano non avrebbero assaporato mai più, grazie alle conquiste fatte dagli operai in anni di lotte. Martedi, 22 giugnò 2010, sarà il giorno in cui i lavoratori tutti, gli operai, perderanno la loro forza contrattuale faticosamente conquistata, a vantaggio degli industriali. In tutto questo, l'attuale governo è complice, perchè non ha saputo, ne voluto prendere misure che permettessero di non arrivare a questa situazione. Chi delocalizza la produzione, decidendo di fabbricare prodotti italiani all'estero, non dovrebbe avere diritto ad incentivi statali, come nel caso della fiat, perchè è chiaro, che i soldi pubblici immessi, con la speranza che vengano redistribuiti sotto forma di occupazione, si rivelano in realtà solo un "regalo" a chi di soldi ne ha già tanti e che con assoluta arroganza ricatta i suoi dipendenti, consapevole di avere il coltello dalla parte del manico e la colpa di tutto ciò, è di chi ha permesso che si verificassero le condizioni che oggi consentono agli industriali di godere di un'immenso potere contrattuale a discapito di quello dei dipendenti.

Vincenzo Borriello
(Per la riproduzione, riportare il link)

venerdì 18 giugno 2010

Nuova recensione - l'uomo che amava dipingere

Conosciamo così poco dell'Iran, un paese sicuramente che ha voglia di rinascita e ricostruzione, ed è anche grazie a scrittori come Vincenzo Borriello che a tratti ne percepiamo alcune pennellate sfumate sulla tela della vita quotidiana di un popolo, di un popolo come l'Iran.
E' successo un fatto: Yassir un giovane pittore viene arrestato per aver dipinto una donna nuda, ha trasgredito la legge, offendendo la "morale comune".
In cella Yassir conosce Omar "omosessuale", anche lui vittima e impotente di fronte alla violazione di un altro dei diritti più sacrosanti: quello di amare, di amare semplicemente un'altra persona.
La sola ragione di vita per Yassir chiuso in cella è la pittura, la pittura che gli mette le ali e lo fa volare oltre, oltre le grate e la luce che passa dalla piccola finestra.
I personaggi che Yassir dipinge sono veri, reali, dialoga con loro, e, con e attraverso essi Yassir racconta fatti, riflette, si rimprovera per non aver dato peso alle parole dell'amico Amid che di lì a poco sarebbe diventato un uomo bomba..Yassir si esprime, si emoziona, ci parla.
Di questo libro mi ha colpito la capacità di indurre il lettore a fermarsi..e a pensare, a riflettere, a porsi delle domande, e ancora la strategia narrativa nel far rivivere attraverso l'arte fatti, personaggi reali a cui Yassir dà un'anima, lasciandosi trasportare da essi in una continua ricerca e sete di verità e libertà.
Il messaggio finale è di speranza, la speranza che come un piccolo seme inizia a germogliare proprio con l'arresto del giovane pittore, che imprime nuova forza alla voglia di un cambiamento così anelato da Yassir, e da quanti non concepiscono le guerre e lottano senza tregua per il rispetto dei diritti umani.

Assunta Fiorito

domenica 13 giugno 2010

Teheran blindata "Scontri in piazza, due feriti" L'invito di Mussavi: "Non cadete nella trappola"


A un anno dalla contestata rielezione di Ahmadinejad, i leader scelgono di non manifestare. Ma su Twitter rimbalza la notizia di gruppi di studenti che sfidano il divieto e si confrontano con la polizia

giovedì 10 giugno 2010

Una copia con autografo de "L'uomo che amava dipingere" direttamente a casa tua

Per tutti quelli che volessero una copia del mio libro con autografo e dedica, possono prenotaree una dal 10 al 18 giugno al prezzo di 13 euro (spese di spedizione incluse). Scaduta la data del 18, dovrete pazientare che mi giungano le copie che dovrò firmare e successivamente spedirle. I metodi di pagamento sono i seguenti

BONIFICO BANCARIO (se scegliete il bonifico,volendoci qualchè giorno per accreditare il denaro, vi consiglio di non aspettare il 18 per farlo)

PAYPAL

RICARICA POSTE PAY (comunicare da quale ufficio postale è effettuata la ricarica e l'orario)

Nell'effettuare la prenotazione, ricordatevi di fornire il nome per la dedica, l'indirizzo dove spedire il libro.
In provato vi sarà fornito codice iban per il bonifico, numero poste pay, e indirizzo mail per paypal. per contattarmi
vincenzoborriello(at)myspace.com



Buona lettura

Vincenzo Borriello

martedì 8 giugno 2010

lunedì 7 giugno 2010

Identikit della dopnna che ha rapito un neonato a Nocera I(Salerno). Diffondetelo

Età 35-40 anni, altezza 1,60, capelli castano raccolti dietro, carnagione olivastra, né chiara né scura, occhi chiari di colore marrone, naso piccolo arrotondato, indossava occhiali da vista, una camicia e un pantalone di infermiere, scarpe sportive di colore bianco con la scritta Nike di colore rosa sul tallone, nazionalità italiana perché ha scambiato parole con la mamma e con la nonna del bambino e ha dimostrato di conoscere bene la lingua. Gli inquirenti ritengono che la rapitrice non possa essere andata molto lontano e quindi la massima attenzione in questo momento è rivolta al territorio regionale.

venerdì 4 giugno 2010

Intervista a Vincenzo Borriello sul forum autori esordienti


Una nuova intervista, questa volta per la rubrica Oltre il nome ed il cognome curata da Barbara Risoli, che ringrazio. L'intervista puo' essere letta anche qui

1. Autore relativamente giovane che ovviamente ama scrivere, ma com’è e chi è Vincenzo Borriello come persona? Quali le sue passioni? E come tali influiscono sulla narrazione?

Sono una persona che crede fortemente nelle sue idee e per esse lotta pur di portarle avanti, indipendentemente dalle conseguenze. Sono una persona “scomoda”…o mi si accetta per così come sono oppure lasciarmi perdere, sarà meglio per entrambi. Le mie passioni sono l’heavy metal ed il calcio. Più che essere queste ultime ad influire sulla narrazione, direi che sono i miei ideali ad influire, almeno per questa prima opera “L’uomo che amava dipingere”

2. Quante pubblicazioni hai all’attivo e cosa ricordi del momento in cui hai realizzato di essere edito? Quali le emozioni? Quali le aspettative? E, perché no?, quali le delusioni, se ce ne sono state?

Al momento ho all’attivo una sola pubblicazione. Cosa ricordo del momento in cui ho realizzato di essere stato edito? Beh la prima cosa che ho pensato in quel momento è stata che avevo fatto bene a non piegarmi allo squallore dell’editoria a pagamento, che non esito a definire il cancro dell’editoria. Le aspettative sono quelle di far girare il più possibile il mio nome per preparare il “terreno” alle prossime pubblicazioni. Per quanto riguarda le delusioni, ora è presto per parlarne, il libro è uscito a febbraio, magari risentendoci tra un tre o quattro mesi potrò dirti se ce ne sono state ed in che misura.

3. ‘Studiandoti’ ho avuto sentore di riscatto, nel senso che i tuoi personaggi sembrano avere quell’alone di sconfitta destinata ad essere vittoria sul mondo. Mi sbaglio?

Non sbagli affatto e mi fa piacere che un messaggio del genere sia passato. Sono solito dire che soltanto chi non lotta perde.

4. Questa è una domanda un po’ strana, ma te la faccio. Quando scrivi per chi parteggi? Mi spiego, la tua narrazione ‘difende’ i deboli o tiene per il più forte? Chi è lo sconfitto e chi il vincitore alla fine di un tuo romanzo?

“L’uomo che amava dipingere” è una difesa dei deboli. Amo andare contro il potere, adirla tutta amo andare “contro” in generale

5. Prima di parlare del tuo libro, è d’obbligo una mia riflessione (che potrai pure contraddire, si intende). In un periodo come il nostro, in un tempo come il nostro, con gli accadimenti che ci circondano, con il terrorismo alle porte, scelta coraggiosa quella di toccare il mondo dell’Islam con le sue regole. Perché? La tua appare come una condanna e non è poco. Sei coraggioso o incosciente? Aggiungo, hai scelto il paese arabo più conservatore: le tue descrizioni sono frutto del tuo mero pensiero coniugato alla conoscenza o hai avuto modo di ottenere delle testimonianze dirette?

Il terrorismo alle porte non lo vedo. Poi bisognerebbe capire cosa intendi tu per terrorismo. Da come la vedo io terrorismo è anche un caccia americano che bombarda villaggi con la scusa di voler uccidere terroristi, poi scosti le macerie ed escono bambini morti. Terrorismo è Bush che quotidianamente diceva che siamo circondati da kamikaze e che la democrazia è in pericolo. Terrorismo sono i massacri compiuti dai russi a discapito del popolo ceceno. La parola terrorismo risente fortemente del background ideologico di chi la pronuncia. È per questo che un uomo bomba riesce ad essere al tempo stesso un martire, un eroe, un patriota per la sua gente, ed un terrorista assassino per chi ne è o si sente vittima. Numerosi studiosi nel corso degli anni hanno cercato di dare una definizione di terrorismo, da Pisano a Jenkins, passando per Laqueur e Poland, senza giungere ad una definizione univoca. Indubbiamente comunque andare a toccare il mondo islamico è stata una scelta “coraggiosa”, ma sia chiaro io non condanno l’islam, ma condanno l’uso strumentale e politico che si fa di esso; ma è un discorso da estendere a qualsiasi religione. Nel libro cerco di riabilitare l’immagine degli iraniani e dei musulmani in generale, rifiutando l’immagine folkloristica che ci viene imposta. Il problema a mio avviso è che mentre in occidente da diverso tempo si è ha avuto una separazione tra la sfera politica e quella religiosa, anche se quotidianamente il clero ed una parte politica spingono per una riunificazione delle due sfere, in alcuni paesi del medio oriente questa separazione non è ancora avvenuta con la conseguenza che oggi abbiamo regimi che pretendono di governare la società civile secondo precetti religiosi, per giunta interpretati come fa comodo a loro. Non credo poi che l’Iran sia il paese più conservatore, che dire allora dell’Arabia Saudita? Ti racconto un episodio su tutti. In questo paese qualche anno fa una donna fu arrestata perché trovata alla guida. Purtroppo non si può parlar male dell’Arabia Saudita, ancor meno si può essere nemici, perché ci sarebbero gravi conseguenze per l’economia mondiale e soprattutto per quella americana dove è immessa una gran quantità di liquidità Saudita. Se gli arabi ritirassero i loro capitali da quel paese, altro che crisi del 29

6. L’UOMO CHE AMAVA DIPINGERE. Romanzo che parte da un presupposto che per noi occidentali ha del ridicolo, mentre per la cultura islamica è qualcosa di estremamente delicato: la nudità. Oltre ad una brevissima sinossi, spiega il motivo di questa scelta. Nella trama vi è il tema dell’omosessualità, altro punto dolens della cultura islamica: posso chiederlo? Pungi o semplicemente rendi noto?

Guarda, se considerato da un punto di vista religioso, personalmente troverei ridicolo il 95% delle cose. Non mi piace poi parlare di cultura islamica, preferisco parlare di religione. Cultura è una parola più ampia che ingloba vari aspetti, tratti di un popolo e la religione è solo un tratto culturale, non la cultura. La nudità diventa qualcosa di “delicato” solo se si è dei fondamentalisti, poco importa a questo punto se si è cristiani o musulmani. Si tende a dimenticare che l’emancipazione femminile in Italia è qualcosa di molto recente ed ancora incompleta. E la religione cristiana ha rappresentato un freno per questa emancipazione. Anche le nostre donne fino a 60 anni fa nel profondo sud giravano con i veli in testa, ma forse ci piace dimenticare certe cose. Con il libro o voluto informare, o quanto meno ribadire, certe palesi violazioni dei diritti umani. Trovo assurdo condannare alla pena di morte un omosessuale, ma trovo assurda la pena di morte in generale, così come è assurdo che in Italia non c’è l’aggravante del reato commesso a sfondo omofono. Come vedi non dobbiamo illuderci di essere così culturalmente evoluti noi occidentali. La strada da fare è ancora lunga.

7. I nomi non si fanno, ma cosa trovi fuori luogo nella produzione esordiente italiana in campo letterario?

Fuori luogo trovo l’eccessiva facilità con cui si può pubblicare un libro. In questo ancora una volta sono gli editori a pagamento che illudono l’autore di aver scritto un capolavoro quando in realtà mirano ai suoi soldi. Questo impedisce una crescita dell’autore stesso. Sia chiaro con questo non sto dicendo che chi pubblica pagando ,non abbia fatto un buon libro, ma è pur vero che per soldi c’è chi è disposto a pagare qualsiasi schifezza e c’è chi ha anche le prove

8. Dare di piglio al portafoglio. Convinci chi sta visionando questa intervista a leggerti e specialmente a comprarti. Vietate le minacce, ammesse le suppliche. Vai.

Se vi interesano i romanzi “impegnati” questo è il libro che fa per voi, le recensioni fino ad ora sono state ottime, il che, credo, sia un punto a mio favore

Ti ringrazio per la gentilezza.

Grazie a te per l’opportunità concessami

Intervistatrice: Barbara Risoli

martedì 1 giugno 2010

Dopo il ministero della giustizia viene a trovarmi quello dell'interno

01.06.10 07:46:06 Ministero dell'interno Italia 212.14.14xx Firefox 3.x Windows XP
...e cosi dopo la visita del ministero della giustizia, qualcuno dal ministero dell'interno ha pensato bene di venire a farmi visita. Spero sia stato accolto da questi signori il mio precedente invito a comprare qualche centianaio di copie del mio libro. Mi rendo conto che i vostri padroni vi ordinano di verificare tutti i siti dove compaiano i loro nomi, ma vi pare giusto sprecare così i soldi pubblici? Ovvio che poi tagliano i soldi per le intercettazioni che permetterebbero di arrestare i criminali e magari anche chi vi comanda...eh che pena mi fate poveretti. Far sedere le vostre preziose chiappe su di una sedia per controolllare me, un povero scrittore. Visto che sapete tutto, anche dove abito, quando vi deciderete a comprare il libro passate da casa mia che ve lo autografo

Firma la petizione per richiedere il ritiro dell'ambasciatore italiano in Israele

Al seguito del vile ed ingiustificato attacco militare, nei confronti di una nave con a bordo aiuti umanitari destinati al popolo palestinese chiediamo che, in segno di protesta, il governo italiano ritiri con effetto immediato il nostro ambasciatore in Israele.

http://www.petizionionline.it/petizione/ritirare-lambasciatore-italiano-da-israele/1384